L’appello della Chiesa australiana per la riforma contro il gioco d’azzardo
Il governo australiano vari la riforma del gioco d’azzardo: è l’appello lanciato da
Catholic Care (Ccs), l’agenzia per il welfare dell’arcidiocesi di Sydney, in riferimento
alla proposta avanzata dall’esecutivo di modificare le macchine da videopoker. La
modifica in questione vorrebbe obbligare i giocatori a dichiarare in anticipo quanto
sono disposti a scommettere, mentre le macchinette dei video poker andrebbero riprogrammate
per limitare le perdite a 120 dollari l’ora, anziché 1.200 come accade attualmente.
“Catholic Care Sydney – si legge in una nota – sostiene fermamente gli sforzi per
ridurre i danni che i video poker causano nelle comunità e nelle famiglie australiane”.
“È urgente – afferma Bernard Boerma, responsabile di Ccs – che il governo non perda
di vista tale riforma, che è un passo avanti nell’affrontare un problema devastante
nella società australiana”. Di qui, l’auspicio che si punti alla “prevenzione”, sulla
scia del programma Gains (Gambling awareness, intervention and support – Sensibilizzazione
sul gioco d’azzardo, intervento e sostegno) avviato nel mese scorso da Ccs, insieme
ad altre strutture cattoliche. Il progetto, della durata quinquennale, mira a identificare
i giocatori patologici per metterli in contatto, assieme alle loro famiglie, con servizi
e strutture di supporto che li aiutino a uscire dal tunnel della dipendenza dal gioco.
Il programma Gains, continua Boerma, “dovrebbe essere visto come una parte fondante,
e non un’alternativa, a una riforma seria e rigida del gioco d’azzardo”, poiché “è
davvero inaccettabile che il 40% dei giocatori di video poker siano patologici e arrivino
a spendere fino a 1.200 dollari in un’ora”. (I.P.)