2012-08-07 20:02:43

Spending review: sì definitivo della Camera, il provvedimento del governo Monti è legge


In Italia continua la recessione. L’Istat fa sapere che il prodotto interno lordo nel secondo trimestre è sceso del 2,5% rispetto all’anno precedente, record negativo dal 2009; e che a giugno la produzione industriale è crollata dell’8,2% rispetto a dodici mesi prima. Pessimo, in particolare, il risultato per il settore auto. Intanto fa discutere una intervista al Wall Street Journal del il premier Monti Servizio di Giampiero Guadagni: RealAudioMP3

Se il Governo Berlusconi fosse ancora in carica lo spread italiano sarebbe a quota 1.200. Così Mario Monti in una intervista rilasciata un mese fa al Wall Street Journal e pubblicata oggi sul sito del quotidiano americano, che nell’articolo sostiene come il premier italiano abbia bisogno di maggiore sostegno dell’Unione europea. Il segretario del Pdl Alfano ha parlato di parole insensate e inaccettabili. E Monti ha chiamato Berlusconi esprimendo dispiacere perché quella che ha definito una banale e astratta estrapolazione di tendenza di valori dello spread sia stata colta come una considerazione di carattere politico. Ma la reazione non si era fatta attendere: il Pdl al Senato ha fatto mancare per quattro volte il numero legale, portando di fatto alla chiusura estiva di Palazzo Madama; e alla Camera ha fatto andare sotto il Governo su un ordine del giorno riguardante la sicurezza inserito nel decreto sulla spending review. Decreto che proprio oggi è diventato legge dello Stato dopo il via libera definitivo di Montecitorio. Il provvedimento contiene tagli alla spesa pubblica per trovare risorse necessarie ad evitare l'aumento dell'Iva ad ottobre, ad ampliare le tutele ad altri 55 mila esodati e ad aiutare i comuni dell’Emilia colpiti dal sisma. Tra le misure anche aggravi fiscali: dall’università all'Irpef di 8 regioni con la sanità in rosso.

“Necessario il riordino del settore dell’amministrazione pubblica capitolo importante di spesa per il Paese, ma ora occorre diminuire le tasse”.Così in sintesi l’economista Nicola Borri, a commento della Spending Review e dell’attuale situazione italiana. L’intervista è di Gabriella Ceraso: RealAudioMP3

R. – Nell’arco dei prossimi cinque anni, dobbiamo affrontare una riduzione progressiva della spesa pubblica totale di 4-5 punti percentuali. Questa "spending review" è innanzitutto un primo passo verso quell’obiettivo, quindi in questo senso è un passo importante. La dimensione di questo primo passo però non è molto grande. Potranno essere necessari ulteriori passi, come tagli in parte ai sussidi alle imprese: questa è forse la componente che non si è ancora vista …
D. – Il governo Monti si era impegnato su questo, ma anche sul fronte della crescita. Il Paese però è fermo, oggi i dati del Pil lo confermano, si parla di una recessione tecnica e mancano provvedimenti a questo riguardo...
R. – La strada da seguire è quella di una riduzione, quanto prima, dell’imposizione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Pensare di poter far ripartire la nostra economia con investimenti pubblici imprecisati, credo che non ci porterà da nessuna parte.
D. – Come fa l’Ocse oggi, con il professor Padovan, a dire: “Il debito dell’Italia scenderà prima di altri Paesi”?
R. – Siccome il deficit italiano è sostanzialmente in pareggio, basta anche una minima crescita del Pil e il nostro debito sul Pil scenderà: non c’è alcun dubbio. Il problema, però, è capire di quanto. Secondo me, scenderà di poco se la nostra economia non ripartirà in maniera decisa.












All the contents on this site are copyrighted ©.