2012-08-07 15:53:48

Nigeria: attaccata una chiesa, 19 morti. Appello dell'arcivescovo di Abuja per la fine delle violenze


In Nigeria, sono almeno 19 i morti nell’attacco avvenuto, lunedì sera, contro una chiesa evangelica nello Stato centrale di Kogi. L’azione terroristica non è ancora stata rivendicata, ma nella regione è da tempo attiva la setta fondamentalista islamica ‘Boko Haram’. Il servizio di Davide Maggiore:RealAudioMP3

I fedeli erano riuniti nella chiesa ‘Deeper Life Church’, nella località di Otite, per la lettura settimanale della Bibbia, quando un commando di uomini armati ha fatto irruzione nella chiesa, bloccando le uscite e aprendo il fuoco sui presenti. Gli assalitori sono poi fuggiti a bordo di un furgone. La setta "Boko Haram", responsabile di numerosi attentati nel Paese nell’ultimo anno, agisce normalmente in altre regioni della Nigeria, più settentrionali: a febbraio, tuttavia, il gruppo estremista aveva rivendicato l’attacco ad una prigione proprio nello Stato di Kogi. In quell’occasione erano stati liberati 119 prigionieri. Il gruppo integralista, il cui obiettivo è l’instaurazione di uno Stato fondamentalista islamico in tutta la Nigeria, negli scorsi giorni aveva condotto anche attacchi mortali contro poliziotti e pattuglie militari nigeriane. Sabato il leader della setta, Abubakar Shekau aveva chiesto le dimissioni dello stesso capo dello Stato, Goodluck Jonathan, invitandolo a “pentirsi” e ad “abbandonare il potere”. Shekau aveva definito, inoltre “terrorista” il presidente americano Obama, dopo la decisione dell’amministrazione statunitense di inserire tre leader di "Boko Haram" nella “lista nera” delle organizzazioni terroristiche.

Su questo ultimo sanguinoso attacco contro i cristiani della Nigeria ascoltiamo, nell’intervista di Davide Maggiore, l'arcivescovo di Abuja, mons. John Onaiyekan:RealAudioMP3

R. – Non è facile trovare una logica nel loro agire. L’unica che posso trovare è che questa è gente che vuole seminare disordine nel Paese, mettere i cristiani contro i musulmani. Vogliono un caos generalizzato, pensando forse che in una tale situazione di caos potranno attuare i loro progetti. Chi ha un minimo di intelligenza si rende conto che il loro è un progetto impossibile, irrealizzabile; ma i fanatici non seguono una logica, e questo è il nostro problema.

D. – I leader religiosi possono aiutare in qualche modo a fermare questo fanatismo?

R. – Io sono convinto che il problema non sia di cristiani contro musulmani; per questo io continuo a insistere sul fatto che i leader cristiani e musulmani devono lavorare insieme per identificare e isolare questi gruppi. I musulmani nigeriani hanno già detto che sono persone che non appartengono a loro. Dall’altro canto, per quanto riguarda la sicurezza, il governo dovrebbe continuare e fare meglio. Sembra che il suo modo di agire vada migliorando, ma non è ancora sufficiente.

D. – I fedeli, come vivono questa situazione? Non c’è rischio che il pericolo li spaventi e li tenga lontani, ad esempio, dalle Messe, dalle celebrazioni?

R. – Assolutamente no! Qui, in Nigeria, i cristiani sono convintissimi, giovani e adulti. E tutti sono disposti e pronti a continuare a frequentare la chiesa! Questi sono episodi sporadici: veramente è impossibile sapere in anticipo dove colpiranno. Non si tratta di un conflitto generalizzato tra cristiani e musulmani; si tratta dell’attività di un gruppo di terroristi che semina problemi per tutti, cristiani e musulmani. Hanno attaccato anche delle moschee: il problema riguarda tutto il Paese e dobbiamo affrontarlo insieme. Il problema che ci si pone ora è che questa situazione rende più difficile la collaborazione tra cristiani e musulmani. Noi continuiamo a fare il possibile per mantenere dialogo e collaborazione tra leader religiosi, ma c’è anche l’aspetto politico che non va trascurato.

D. – Vuole lanciare un appello attraverso i microfoni di Radio Vaticana?

R. – Sì: aiutateci con la preghiera! Abbiamo grande fiducia e fede nella potenza della preghiera che può cambiare il cuore di questa gente. Quello che è importante poi è che la comunità cristiana mondiale abbia un’idea più chiara della situazione nigeriana. Non è in atto una grande persecuzione di cristiani da parte dei musulmani; il Paese non è diviso in questi due gruppi che si attaccano l’un l’altro. Se il mondo incominciasse a comprendere nella maniera corretta, potrebbe anche appoggiare il lavoro che stiamo facendo per creare un Paese nel quale cristiani e musulmani possano riprendere il loro cammino insieme.


Ultimo aggiornamento: 8 agosto 2012







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