Perù: la Chiesa impegnata contro lo sfruttamento delle risorse minerarie
“Imparare a risolvere i problemi in un clima di tolleranza e rispetto della dignità
umana”. È l’esortazione dell’arcivescovo di Trujillo, mons. Miguel Cabrejos, e del
sacerdote Gastòn Garatea, mediatori tra il governo e i dirigenti civici di Cajamarca,
nel nord del Perù, a seguito dell’annuncio dell’estensione per altri trenta giorni
dello stato d’emergenza proclamato a luglio in tre provincie peruviane. Le tre provincie
si oppongono al cosiddetto progetto "Conga", un piano del valore di quasi 5 miliardi
di dollari per lo sfruttamento delle risorse aurifere locali. Temendo danni irreversibili
alle fonti idriche locali, da tempo Cajamarca si oppone al progetto "Conga", promosso
dall’azienda mineraria statunitense "Newmont", che già dagli anni ‘90 sfrutta nella
zona quella che è considerata la più grande miniera d’oro dell’America Latina. A seguito
dell’estensione dello stato d’emergenza, il governatore regionale George Santos si
è rifiutato di tornare al tavolo. In una nota riportata dall’agenzia "Misna", i due
mediatori della Chiesa peruviana hanno invitato Santos a proseguire i difficili negoziati
“per far sì che le parti in conflitto si ascoltino”. (L.P.)