Libertà religiosa in pericolo in India: la denuncia degli attivisti indiani
La libertà religiosa è un diritto sancito dalla Costituzione indiana. Tuttavia le
minoranze religiose nel Paese spesso non godono dei diritti di base ed è a rischio
anche la laicità dello Stato. A sottolinearlo ad AsiaNews è Sajan K. George, presidente
del Global Council of Indian Christians (Gcic) in relazione alla recente pubblicazione
del Rapporto 2012 della Commissione Usa sulla libertà religiosa nel mondo, elaborato
dal Dipartimento di Stato americano. “La Costituzione indiana - spiega Sajan K. George
- garantisce la libertà religiosa. Tuttavia, abbiamo sperimentato che la realtà è
ben diversa e non è affatto sbagliato affermare che in molti Stati, soprattutto quelli
guidati dal partito nazionalista indù Bharatiya Janata Party (Bjp), i cristiani non
godono di tutti i diritti e di una piena libertà religiosa”. Prosegue poi sottolineando
gli attacchi contro fedeli e luoghi di culto e confermando che l'attuale scenario
di laicità della nazione viene spesso disatteso nei fatti. A causa di un “crescente
nazionalismo” e della “incapacità dello Stato di intervenire - conclude - è possibile
affermare che “il carattere laico della democrazia indiana è in serio pericolo”. Per
gli attivisti del Gcic nel 2011 si sono registrati ben 136 episodi di attacchi anti-cristiani,
dei quali 49 nello Stato del Karnataka, epicentro delle violenze contro la minoranza
anche a causa delle politiche promosse dal governo locale. (L.P.)