Attacco jihadista al confine tra Egitto e Israele: morte 16 guardie egiziane
L'attacco al posto di frontiera del Sinai nel quale hanno perso la vita quindici guardie
di frontiera non ''rimarrà impunito'' e i suoi autori ''la pagheranno cara''. E’ quanto
ha affermato il presidente egiziano Morsi che in serata si è incontrato col capo del
Consiglio militare Tantawi e col nuovo ministro dell'Interno Eddin, dopo l’attacco
che ha definito “vigliacco”. Il servizio di Fausta Speranza Valico
di frontiera di Rafah chiuso e in tutta l'area stato di allerta. E' alta la tensione
al confine fra Egitto e Israele, dopo che il commando di jihadisti ha attaccato un
posto di frontiera all'altezza della striscia di Gaza. Sono rimaste uccise 16 guardie
egiziane: l’aggiornamento è arrivato stamane, ieri si parlava di 15. Si è impossessato
di due blindati dell'esercito egiziano: uno è riuscito a sconfinare in Israele, l'altro
è esploso prima. Quello sconfinato è stato colpito dall’aviazione israeliana a Kerem
Shalom, valico di passaggio proprio fra Israele, Egitto e striscia di Gaza, e sembra
siano rimasti uccisi 5 miliziani. Gli altri si sono rifugiati a Gaza, da dove Hamas
ha condannato l’attacco. La giornata di ieri era cominciata a Gaza con l'uccisione
di un esponente di un gruppo salafita vicino ad al Qaeda. Per quanto riguarda il Sinai,
si ripropone con drammaticità la questione della sicurezza: tra movimenti integralisti
e jihadisti, e antiche rivendicazioni di maggiore riconoscimento da parte dei beduini,
di fatto dalla caduta dell'ex rais Mubarak la situazione nella penisola, in passato
contesa tra Egitto e Israele, è diventata sempre più instabile.