Nel 2013 elezioni in Madagascar. L'arcivescovo di Antananarivo: arrivare al voto dopo
la riconciliazione
Nuove speranze per il Madagascar: a più di tre anni dal colpo di Stato guidato dal
sindaco della capitale Andry Rajoelina, che ha deposto il presidente Marc Ravalomanana,
la Commissione elettorale ha fissato il calendario per le nuove elezioni presidenziali:
il primo turno si terrà l’8 maggio dell’anno prossimo. Ma la tensione resta alta nel
Paese. Bernard Decottignies ne ha parlato con l’arcivescovo di Antananarivo
Odon Razanakolona:
R. - Les élections,
c’est bien, c’est une des solutions … Le elezioni sono una delle soluzioni alla
nostra crisi ma bisogna preparare la strada che porta al voto. Questa strada si chiama
riconciliazione. Solo un popolo pacificato può affrontare le elezioni in un clima
di serenità: fino a quando ci saranno conflitti interni non credo sia possibile che
emerga in modo reale la volontà dei cittadini. Le Chiese cristiane stanno lavorando
proprio in questo senso.
D. – Il popolo malgascio è stanco di questa situazione
conflittuale?
R. - On le dit : effectivement, on en a assez de une situation
aussi difficile, … Così si dice: in realtà, ne abbiamo abbastanza di questa situazione
così difficile, soprattutto in campo socio-economico. I politici sono rinchiusi nella
loro sfera di potere, mentre i problemi che dobbiamo affrontare sono complessi e richiedono
che ci si sieda a tavolino, con calma. Tra l’altro, nessuno vuole negare l’importanza
delle elezioni, ma queste non possono essere considerate l’unica soluzione alla nostra
crisi.
D. - Sperate dalla comunità internazionale un aiuto morale o anche
un aiuto finanziario-economico per uscire dalla crisi?
R. - Tous les deux.
Il y a l’aide morale, l’aide financière … Entrambi. Sia l’aiuto morale che quello
finanziario sono necessari vista la situazione attuale. D’accordo con la comunità
internazionale, cerchiamo di lasciare più spazio di manovra a quei gruppi politici
che si impegnano seriamente per trovare una soluzione alla crisi.
D. – Cosa
si può fare di più per il Madagascar?
R. - En tant que Chrétien, moi je pense
que il faut prier. ... In quanto cristiano, penso che dobbiamo pregare. La preghiera
è importante anche quando ci si trova di fronte a problemi di carattere socio-economico
e politico. Penso che noi cristiani dobbiamo pregare di più per il nostro Paese, affinché
quelli che hanno responsabilità si lascino guidare dallo Spirito e sappiano riconoscere
ciò che è veramente bene per il Madagascar e trovino il coraggio di accettare quei
sacrifici che lo Spirito chiede per trovare una soluzione condivisa.