Siria: L'Assemblea Generale dell'Onu approva una risoluzione, ieri ancora 130 morti
Al centro dell'attenzione internazionale la crisi in Siria: l’Assemblea generale dell’Onu
ha approvato ieri una risoluzione che chiede una transizione “democratica e inclusiva”
nel paese mediorientale, condannando la repressione messa in atto da Assad e criticando
il "fallimento" e la “mancanza d’azione” del Consiglio di Sicurezza. Approvata con
133 voti a favore, 12 contrari e 31 astenuti, la risoluzione non ha però un valore
vincolante. Davide Maggiore :
Con
questo voto, ha detto il capo del Consiglio Nazionale Siriano d’opposizione, Abdel
Basset Sayda, si conferma che Assad ha perso “qualsiasi credibilità” e che il suo
regime non ha più legittimità internazionale. Al palazzo di Vetro, reazioni favorevoli
alla risoluzione sono arrivate da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia. Contrarie,
invece, Russia e Cina: le due potenze negli scorsi mesi avevano già bloccato con il
veto tre risoluzioni del consiglio di sicurezza, che contenevano molti elementi poi
ripresi dal documento dell’Assemblea. Un documento che il rappresentante russo – Vitaly
Churkin - ha definito “dannoso” e di “sfacciato sostegno” ai ribelli, che, ha accusato,
sono finanziati ed armati dall’Occidente. Proprio sulle “divisioni” del Consiglio
ha richiamato l’attenzione anche il Segretario Generale dell’Onu, Ban Ki-moon: “Il
conflitto in Siria è un test di tutto ciò che le Nazioni Unite rappresentano” – ha
detto. Il Segretario Generale ha anche espresso preoccupazione per “gli atti di brutalità”
compiuti sul terreno, che potrebbero costituire “crimini contro l’umanità e crimini
di guerra” su cui è necessario “indagare”.
E intanto sul terreno è ancora
caos. Almeno 130 i morti solo ieri, ennesimo venerdì di preghiera macchiato dal sangue.
Damasco, Aleppo e Hama sono state le città in cui si sono concentrati i combattimenti
tra ribelli ed esercito. Sentiamo Marina Calculli:
Tra gli osservatori
c’è l’idea che la Siria, come Iraq e Afghanistan, possa diventare un nuovo fallimento
per la comunità internazionale. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Massimo
De Leonardis, docente di Storia delle Relazioni Internazionali all’Università
Cattolica di Milano: