Memoria di San Giovanni Maria Vianney. Il Papa: toccava il cuore degli uomini, perché
era innamorato di Gesù
La Chiesa celebra oggi la memoria di San Giovanni Maria Vianney, figura luminosa di
sacerdote e patrono di tutti i parroci del mondo. Al Santo Curato d’Ars, Benedetto
XVI ha dedicato numerose riflessioni, indicandolo come modello sempre attuale per
ogni sacerdote. A lui ha inoltre dedicato l’Anno Sacerdotale, nel 150.mo della sua
morte. Nel servizio di Alessandro Gisotti, riprendiamo alcune meditazioni del
Papa su San Giovanni Maria Vianney:
“Un buon pastore
– diceva San Giovanni Maria Vianney – un pastore secondo il cuore di Dio, è il più
grande tesoro che il buon Dio possa concedere a una parrocchia”. Centocinquant’anni
dopo, Benedetto XVI è convinto che questo semplice ma efficace pensiero del Curato
d’Ars sia valido ancora oggi. Certo, sottolinea il Papa, i suoi metodi pastorali “potrebbero
apparire poco adatti alle attuali condizioni sociali e culturali”. Ma in realtà, rileva,
il suo essere “innamorato di Cristo” lo rende contemporaneo di ogni sacerdote:
“Il
vero segreto del suo successo pastorale è stato l’amore che nutriva per il Mistero
eucaristico annunciato, celebrato e vissuto e che è diventato amore delle pecore di
Cristo, delle persone che cercano di Dio” (Udienza generale, 5 agosto 2009)
Nella
Francia post-rivoluzionaria, segnata dal razionalismo che voleva allontanare Dio dal
cuore degli uomini, il Curato d’Ars attirò migliaia di anime al cuore di Dio. Ci riuscì
non per le sue qualità umane, constata il Papa, ma perché si conformò al Buon Pastore
fino a dare la vita per le sue pecore:
“La sua esistenza fu una catechesi
vivente, che acquistava un’efficacia particolarissima quando la gente lo vedeva celebrare
la Messa, sostare in adorazione davanti al tabernacolo o trascorrere molte ore nel
confessionale (…) riconosceva nella pratica del Sacramento della penitenza il logico
e naturale compimento dell’apostolato sacerdotale” (Udienza generale, 5 agosto 2009)
L’amicizia
con il Signore: ecco, evidenzia il Papa, il vero segreto del “successo” di San Giovanni
Maria Vianney. Analfabeta fino all’età di 17 anni, giunse all’ordinazione dopo non
poche traversie e incomprensioni. I suoi limiti umani però non lo fermarono. Anzi,
lo spinsero ad affidarsi sempre più totalmente al Signore e a lasciarsi guidare da
Lui. Questo completo affidamento, è l’esortazione del Papa, è proprio quanto devono
fare i sacerdoti del nostro tempo:
“Sull’esempio del Santo Curato d’Ars,
lasciatevi conquistare da Cristo e sarete anche voi, nel mondo di oggi, messaggeri
di speranza di riconciliazione, di pace” (Udienza generale, 31 marzo 2010)
In
questo tempo, avverte ancora il Pontefice, si sente urgente il bisogno di sacerdoti
santi, di testimoni credibili. Preti umili ed eccezionali al tempo stesso, proprio
come San Giovanni Maria Vianney che seppe rispondere alla sete di verità degli uomini
del suo tempo. Come lui, esorta il Papa, i sacerdoti devono coltivare e accrescere,
giorno dopo giorno, “un’intima unione personale con Cristo e devono insegnare a tutti
questa unione”:
“Solo se innamorato di Cristo, il sacerdote potrà toccare
i cuori della gente ed aprirli all’amore misericordioso del Signore”. (Udienza generale,
5 agosto 2009)