2012-08-04 16:15:59

Londra 2012: al via il Joshua Camp promosso dalla Chiesa cattolica per i Giochi


Vivere la vita come una corsa che ha per obiettivo non tanto quello di vincere, ma di arrivare con lo sguardo sempre rivolto a Gesù, “ricordando che la nostra fede non è costruita primariamente su dottrine, dogmi, leggi e regole, ma attorno ad una Persona che è appunto Gesù”. Con queste parole mons. Thomas McMahon, vescovo della diocesi di Brentwood a Londra, ha accolto giovedì scorso i partecipanti al “Joshua Camp”, una delle numerose manifestazioni religiose promosse dalla Chiesa cattolica di Inghilterra e Galles in occasione delle Olimpiadi. L’evento si tiene per tutta la durata dei Giochi presso la Scuola San Bonaventura dell’East London, vicino al Villaggio olimpico. Vi prendono parte centinaia di giovani provenienti da una ventina di Paesi del mondo che per 12 giorni pregheranno, rifletteranno insieme e condivideranno esperienze e testimonianze di fede con giovani del quartiere londinese, sostenendo progetti di servizio e di ospitalità già attivi nella capitale. Nell’omelia per la Messa di apertura, mons. McMahon si è soffermato sui due temi centrali delle Olimpiadi: la torcia olimpica e la competizione sportiva. Temi - ha sottolineato - che hanno una grandissima valenza simbolica anche per i cristiani: come nell’antica Grecia, la fiamma è infatti un “simbolo di fede e di speranza in un mondo oscuro”. Il presule ha quindi esortato i presenti a seguire la luce di Cristo e a farsi portatori della luce nel mondo, testimoniando i valori cristiani con la propria vita. Soffermandosi sul tema della competizione, mons. McMahon ha ricordato lo spirito degli antichi Giochi olimpici: la partecipazione, piuttosto che il successo e la fama. In conclusione, ha invitato i presenti a correre sempre con lo sguardo rivolto a Gesù, “nella consapevolezza che la corsa non è per i vincitori, ma per chi arriva al traguardo”. (A cura di Lisa Zengarini)







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