2012-08-03 16:00:52

Salvare Fiat Mirafiori prima che sia troppo tardi


RealAudioMP3 "Il rinvio degli investimenti Fiat su Mirafiori può essere anche temporaneo, però quello che a me preoccupa è la situazione dei lavoratori che, da tanto tempo in cassa integrazione, vedono il loro futuro incerto. Credo che a questo punto, tutte le componenti in causa debbano interagire e collaborare con spirito di profonda responsabilità, e tra queste certamente faccio appello al Governo e alle forze politiche, perché il comparto delle automobili in Italia è stato trainante e rappresenta un fattore nazionale di sviluppo che il Governo deve sostenere, particolarmente in questo periodo, con adeguate politiche industriali. A tale proposito, voglio ricordare qui che diversi Paesi occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti ma recentemente anche la Francia, si sono trovati di fronte alla crisi del mercato automobilistico e delle fabbriche, e sono intervenuti con sostegni importanti sui loro marchi nazionali in difficoltà. Ognuno deve fare la sua parte, ma insieme trovare le vie, fare squadra, per poter affrontare la situazione. Un anno e pochi mesi fa è stato fatto un referendum a Mirafiori: ero appena arrivato a Torino. L’ho vissuto: è stato un momento molto sofferto, anche teso, che però ha visto i lavoratori di Mirafiori accettare un nuovo contratto, nuove prospettive che sembrava si aprissero, perché appunto c’erano delle promesse, delle indicazioni certe sul lavoro che sarebbe poi stato attivato. Adesso, ecco, si trovano in queste condizioni di ulteriore rinvio. Quelli che subiscono di più la situazione sono proprio loro. I lavoratori, la loro parte l’hanno fatta. Parlando con i parroci, mi dicono che siamo ritornati agli anni cinquanta, quando la gente veniva a chiederti il pacco-spesa. E vengono non extracomunitari, come alcuni anni fa: vengono famiglie italiane, famiglie che avevano reddito e che oggi non sono più in condizioni di gestire una propria vita familiare. E’ una situazione veramente di emergenza sociale che mi auguro che non esploda ma che diventi il più possibile gestibile, con una prospettiva nuova di cui tutti dobbiamo farci carico". (a cura di Luca Collodi)








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