Allarme incendi. Roghi in Sicilia e a Roma. I Vigili del Fuoco lamentano i tagli al
settore
Giornata impegnativa ieri per i vigili del fuoco che hanno dovuto provvedere allo
spegnimento di numerosi incendi soprattutto in Sicilia. Ma anche la città di Roma
da giorni è teatro di roghi in particolare nella zona di Monte Mario. Da stabilire
ancora la natura dei fuochi che, nella maggioranza dei casi, sono dolosi. Lo conferma
al microfono di Federico Piana, Marco Pezzotta, vice-questore aggiunto
del Corpo Forestale dello Stato:
R. – Gli incidenti
alle nostre latitudini e con il nostro clima non sono quasi mai naturali: l’incendio
naturale è solamente quello del fulmine o quello causato da un’eruzione vulcanica.
Si tratta di fenomeni assolutamente visibili dal punto di vista statistico. I nostri
incendi sono tutti dovuti alla mano dell’uomo. E’ evidente che il gran caldo e la
siccità danno il là alla mano dell’uomo.
D. – E’ possibile pensare che molti
di questi incendi siano dovuti alla speculazione edilizia: io brucio, per sperare
poi di ricostruire?
R. – In linea di massima ormai col catasto delle aree percorse
dal fuoco, che è presente praticamente in tutta Italia, l’interesse a bruciare per
costruire è estremamente ridotto, se non del tutto annullato. Gli incendi volontari,
gli incendi dolosi sono più dovuti ad altri fattori. Per quel che riguarda quelli
accidentali, sicuramente c’è questo problema importante da parte delle persone che
possono buttare cicche di sigaretta, che possono parcheggiare la macchina sull’erba
secca: ricordiamo che le marmitte catalitiche delle attuali macchine a benzina arrivano
ad temperature di 600-700 gradi e quindi ampiamente al di sopra delle temperatura
di autoaccensione della paglia o dell’erba secca. Non trascuriamo mai il fatto che
dei gesti quotidiani anche piccoli possono portare a delle grandi conseguenze.
A
pesare sulla tempestività degli interventi anche i tagli al corpo dei Vigili del Fuoco.
Federico Piana ne ha parlato con Alessandro Lupo, coordinatore generale
della Uil-Pa Vigili del Fuoco:
R. – Ci sono
grandi difficoltà per garantire questi servizi. Chiaramente l’Italia è ormai un Paese
basato sulle emergenze sia quotidiane che ordinarie. Probabilmente chi ci governa
– che siano tecnici o che siano politici – a questo aspetto badano poco quando c’è
da fare dei tagli. Avremo una carenza di oltre 6 mila unità nel 2015. Con questi numeri
sicuramente non si può garantire quella che poi è la quotidianità di questo Paese
e cioè l’emergenza.
D. – L’entità di questi tagli qual è? Per capire cosa non
si potrà più fare con queste situazioni economiche che ha descritto poco fa…
R.
– Basti pensare che già da quest’anno i tagli potrebbero comportare una riduzione
di mille unità: se pensiamo che una sede di servizio è formata da 30 unità che garantiscono
le 24 ore su quattro turni, la matematica è facile… Basta chiudere 50 sedi di servizio
e si è risolto il problema. Probabilmente questi nostri governanti spesso lo dimenticano!
D.
– C’è poi la questione dei Canadair: perché sono pochi e molti mal funzionanti?
R.
– Per il prossimo anno non si potranno garantire certamente questi servizi! E’ una
realtà che, purtroppo, sempre di più crea grossi problemi. A questo si può aggiungere
un’altra cosa: è sicuramente un momento di recessione del Paese, ma i lavoratori del
Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, pur facendo delle prestazioni fuori dagli orari
ordinari, non riescono a percepire i soldi..