Usa: sì dei vescovi alla legge sui ricongiungimenti familiari per i figli degli immigrati
irregolari
Sono alcune migliaia negli Stati Uniti i figli di immigrati sottoposti a misure giudiziarie
restrittive o di espulsione per violazione delle leggi in materia di immigrazione
ospitati in apposite strutture e quindi privati dell’affetto dei genitori. Per agevolare
il processo di riunificazione dei nuclei familiari, i vescovi cattolici si sono uniti
ai rappresentanti di oltre centinaia di organizzazioni, al fine di promuovere l’approvazione
del “The Help Separated Families Act”. Si tratta – riferisce L’Osservatore Romano
- di una iniziativa di legge attualmente all’esame del Congresso che intende garantire
ai minori l’integrazione sociale e, soprattutto, dare loro tutto il necessario sostegno
da parte dei genitori, evitando così il più possibile i momenti “traumatici” trascorsi
all’interno delle strutture di accoglienza di primo soccorso. La proposta di legge
- spiegano i promotori - serve ad affrontare il fenomeno migratorio non soltanto dal
punto di vista burocratico, ma soprattutto umanitario. Secondo alcune stime sarebbero
almeno 5.000 i bambini e le bambine che si trovano in queste condizioni. Per i promotori,
la legge costituisce “un passo in avanti significativo per eliminare le barriere alla
riunificazione delle famiglie”. Da lungo tempo l’episcopato cattolico preme affinché
le autorità federali varino una riforma complessiva della legge sull’immigrazione
al cui interno, secondo i vescovi, bisognerà prevedere anche delle norme che salvaguardino
l’unità delle famiglie degli immigrati”. L’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio
Gómez, che è anche presidente del Comitato sulle Migrazioni della Conferenza episcopale,
ha affermato in più occasioni che l’episcopato continuerà a lottare per l’approvazione
di una riforma comprensiva ed equa del sistema migratorio, rinnovando l’appello al
Congresso “affinché si assuma le proprie responsabilità”. Mons. Gómez ha sottolineato
che gli Stati Uniti hanno “un grande bisogno di una soluzione federale alla sfida
dell’immigrazione irregolare, che sappia bilanciare lo Stato di diritto con i principi
umanitari”. I provvedimenti di espulsione nel Paese sono aumentati a seguito del giro
di vite contro l’immigrazione irregolare: dopo gli Stati dell’Arizona, della Georgia,
dell’Utah e dell’Indiana, anche l’Alabama ha promosso severe restrizioni all’accoglienza
e alla permanenza degli stranieri. Un riforma complessiva a livello federale, si evidenzia
dall’episcopato, consentirebbe anche di arginare la proliferazione delle leggi a livello
locale. (L.Z.)