2012-08-02 14:18:52

Marcia francescana alla Festa del Perdono di Assisi. Mons. Sorrentino: un'esperienza di Paradiso


Tantissimi pellegrini ieri ad Assisi alla Festa del Perdono per ricevere l’indulgenza plenaria che San Francesco chiese e ottenne dal Papa nel 1216 con lo scopo - diceva - di mandare tutti in Paradiso. Ieri sono arrivati anche i circa mille giovani della Marcia francescana. In serata la chiusura, con la Messa presieduta dal vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino. Antonella Palermo lo ha intervistato:RealAudioMP3

R. – Francesco aveva imparato dalla sua esperienza cosa è il Paradiso: il Paradiso non è soltanto un fatto del futuro, ma è un’esperienza che si può già avere in questa terra, anche dalle tante spine e difficoltà, fatiche proprie del cammino umano. E Francesco aveva capito che è Paradiso il vivere con Dio, il fare esperienza della sua paternità, del suo amore, della sua misericordia. Per cui, guardando i suoi fratelli, guardando le difficoltà, guardando le disperazioni, guardando le delusioni e le disillusioni, Francesco ha veramente grande sentimento di misericordia e chiede al Signore di dare a tutti il Paradiso che egli sperimenta. Un’espressione che egli dice a proposito del perdono è questa: “Voglio mandarvi tutti in Paradiso”: quella grazia profonda, quella che sta dentro al senso della indulgenza plenaria, che prende tutto l’essere umano.

D. – Ma cosa ci vuole veramente per perdonare?

R. – La percezione di essere stati perdonati, di essere stati amati, di essere oggetto di una grande tenerezza.

D. – La Chiesa sta vivendo tempi difficili, molti cristiani sono anche disillusi: come vuole rivolgersi a loro, che magari non sentono questo slancio al perdono…

R. – Vorrei innanzitutto compenetrarmi con la loro fatica, ma vorrei poi dire di quanta, quanta gente sta venendo alla Porziuncola: è veramente una marea! La Chiesa non è fatta da quegli eventi clamorosi che vengono detti perlopiù dai mass media: la Chiesa è fatta da un Popolo di Dio che quotidianamente, con i suoi sacerdoti più fedeli e impegnati, con le sue famiglie, vive la gioia della fede. Inviterei questi fratelli a guardare un pochino anche a questo popolo.

D. – Francesco è anche simbolo di povertà, di sobrietà di vita: in questo tempo di crisi economica, forse, ci dice ancora qualcosa?

R. – Penso proprio di sì.

D. – Peraltro per dare e ricevere il perdono, ci si deve mettere in una condizione di povertà…

R. – E’ vero. Son perfettamente d’accordo: si riceve il perdono, se ci si riconosce poveri; si dà il perdono, perché si vuole condividere con gli altri. Se vogliamo davvero fare esperienza di misericordia, bisogna imparare a metterci gli uni accanto agli altri, con atteggiamento di vera fraternità.

Ultimo aggiornamento del 3 agosto 2012







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