Manifestazione indetta dai sindacati a Taranto per scongiurare la chiusura dell'Ilva
Tensione oggi a Taranto in occasione della manifestazione di Cgil Cisl e Uil contro
il sequestro dello stabilimento dell’Ilva. Il comizio dei leader sindacali è stato
interrotto dall’incursione di un centinaio di cobas. Domani attese le misure del Governo.
Servizio di Giampiero Guadagni: 00:01:08:02
Migliaia di persone
hanno partecipato alla manifestazione indetta dai sindacati contro la chiusura dello
stabilimento Ilva che potrebbe avvenire se venisse confermato il decreto di sequestro
per disastro ambientale disposto dalla magistratura tarantina. La manifestazione è
stata interrotta dall’incursione di un centinaio di cobas ma si è conclusa senza incidenti,
anche per l’intervento delle forze dell’ordine, dopo i comizi dei segretari generali
di Cgil Cisl e Uil, Camusso, Bonanni e Angeletti e di quello della Fiom Cgil Landini.
I contestatori accusano i sindacati di essere troppo vicini all’azienda e di non difendere
la salute di cittadini e lavoratori. Accuse respinte al mittente dai leader sindacali,
tutti d’accordo nel dire che si può e si deve coniugare lavoro e ambiente e che non
è accettabile risanare una fabbrica facendola chiudere perdendo 20 mila posti di lavoro.
E da Bari, dove si sono svolti incontri istituzionali, il ministro dell’Ambiente Clini
ha definito la vicenda Ilva una emergenza nazionale e ha annunciato che domani il
Governo adotterà un provvedimento d’urgenza – decreto legge oppure ordinanza della
protezione civile - per fare in modo che il protocollo d’intesa dello scorso 26 luglio
sia efficacemente operativo. La cabina di regia sarà affidata alla Regione Puglia.
Dall’incontro
di Bari, secondo quanto riferito dal ministro Clini, sarebbe emersa la disponibilità
dell’Ilva ad individuare congiuntamente le azioni da intraprendere per rispettare
la legge e ottenere obiettivi di qualità ambientale. A credere nel dialogo tra le
parti come via per conciliare diritto alla salute e diritto al lavoro, sulla cui necessità
è tornato più volte in questi giorni l’arcivescovo della città, mons. Filippo Santoro,
sono anche le Acli di Puglia. Fabio Colagrande ne ha sentito il presidente,
Gianluca Budano: 00:02:36:89 R. – Quel dialogo che ha invocato mons.
Santoro con molta forza, dimostrando che c’è una Chiesa che non tace, non tace su
una vicenda tarantina e nazionale. Come si può raggiungere un’intesa, un dialogo e
un confronto? Provando a far dialogare, allo stesso tavolo, le parti deputate a cercare
una mediazione. Sicuramente, non è la magistratura che può aprire una trattativa.
Noi confidiamo nella magistratura affinché faccia fino in fondo il proprio lavoro;
le responsabilità dell’atto di sequestro stanno in capo a chi ha violato la legge,
non a chi ha applicato una misura interdittiva nello svolgimento di un compito. Riteniamo
che ancora ci possa essere un dialogo, perché spetta alla politica: quella politica
che probabilmente ha latitato, negli ultimi anni, stretta anche alla società civile
organizzata – quindi, il mondo dei sindacati, delle associazioni del terzo settore.
Ci si deve sedere ad un tavolo per arrivare, intanto, alla verità. Questa ricerca
della verità attorno ai limiti di tollerabilità dell’impianto Ilva di Taranto ancora
non è stata completata, non vi è la ricerca della soluzione. L’intervento di bonifica
promosso dal governo insieme con la regione e all’Ilva, può essere utile se effettivamente
tramite questa si raggiungono livelli di salute per il territorio e per il lavoratori
dell’Ilva: questi limiti di tollerabilità credo che siano una pre-condizione, credo
che vengano un po’ prima dell’azione di bonifica. Però, ben venga la promozione di
un’azione di bonifica.
D. – Qual è stato il ruolo dei sindacati, in questa
vicenda?
R. – Io credo che ci sia stato un errore storico sia da parte delle
istituzioni, nella nostra regione, sia da parte del mondo dell’ambientalismo, sia
da parte del mondo dei sindacati. Io credo che l’essersi arroccati nel difendere gli
interessi di parte – lo dico nel senso buono! – quindi gli interessi dei lavoratori
o gli interessi della difesa dell’ambiente o l’interesse a vedere, dal punto di vista
politico, battaglie radicali attorno al tema dell’Ilva, io credo che amministrare
la cosa pubblica e, quindi, perseguire il bene comune richieda di portare avanti politiche
che tengano conto di tutti gli interessi. Se il sindacato si assumerà quindi il compito
di orientare i lavoratori verso una politica che attorno all’Ilva affronti i problemi
a 360°, credo che svolgerà meglio il proprio compito. Noi, l’Associazione dei lavoratori,
li aiuteremo a provare a fare questa sintesi, in linea e nel solco – quindi – di quanto
mons. Santoro, quindi l’arcidiocesi e speriamo tutta la Chiesa pugliese anche, faranno
per favorire il dialogo e il confronto che porti a soluzioni condivise nell’interesse
di tutti.