Bologna ricorda la strage di 32 anni fa. Napolitano: il tempo non lenisce il dolore
32 anni fa, il 2 agosto del 1980, la stazione di Bologna veniva dilaniata da un ordigno.
Le vittime furono 85. Anche oggi, come ogni anno, la strage, di matrice fascista,
è stata ricordata alla presenza dei familiari delle vittime, delle autorità cittadine,
e quest’anno anche di un esponente governativo: il ministro dell’interno Anna Maria
Cancellieri. Il presidente Napolitano ha inviato un messaggio. Francesca Sabatinelli:
Il tempo
che passa non lenisce il dolore, e rinsalda l’impegno di perpetuare la memoria di
uno dei più tragici fatti della storia italiana. Il presidente Napolitano lo scrive
nel messaggio inviato all’Associazione dei familiari delle vittime della strage di
Bologna, che oggi si sono riuniti per ricordare, alle 10.25, l’esplosione che portò
via i loro cari. Particolare importanza hanno, scrive ancora Napolitano, tutte quelle
iniziative volte a ricostruire ogni aspetto delle inchieste giudiziarie e parlamentari
sulla strage. La necessità di adoperarsi per raggiungere la verità sull’attentato
è stata sollecitata da chiunque abbia rivolto un pensiero a quanto accaduto nel 1980,
anche dal ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, presente stamattina a Bologna
dopo che per due anni la commemorazione era stata disertata da esponenti del governo.
Il ministro ha garantito il suo impegno a fare in modo che si diano risposte agli
interrogativi ancora insoluti, e perché si arrivi alla completa applicazione della
legge 206, quella in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi. Promesse
apprezzate dal presidente dell’Associazione, Paolo Bolognesi, che nel suo intervento
ha ricordato i nomi dei terroristi fascisti esecutori materiali della strage: Francesca
Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, e quelli dei colpevoli dei depistaggi:
da Licio Gelli, a Francesco Pazienza, agli allora vertici del Sismi. I colpevoli sono
da tempo in libertà, ha detto con amarezza Bolognesi, che ha duramente criticato coloro,
in primo luogo i giornalisti, che da tempo stanno fornendo occasioni di visibilità
proprio alla Mambro e a Fioravanti. Bolognesi ha ricordato le varie piste rivelatesi
infondate e che ancora oggi vengono rilanciate anche da esponenti del Parlamento,
e ha stigmatizzato la totale mancanza di iniziativa per togliere il segreto di Stato.
Ha poi chiuso il suo intervento con l’unico drammatico interrogativo che ancora non
ha risposta: chi ha voluto che a Bologna venissero massacrate 85 persone e che altre
200 portassero i segni di quella bomba?