"In Italia, dove la
popolazione carceraria è di circa 66mila persone, si spinge molto sull'adozione
delle misure alternative di pena. Il problema è che però mancano gli anelli giuridici
che permettono l'ingresso di associazioni no-profit, di cooperative sociali, del volontariato
per operare in questo ambito". Guido Chiaretti, Presidente della Sesta Opera a Milano,
spiega le contraddizioni in cui versa il sistema di detenzione nel nostro Paese, in
cui "i finanziamenti che potrebbero dare man forte allo Stato sono piccolissimi, molto
frazionati e poco efficaci", tanto che la situazione è sempre al limite del collasso.
E' di ieri la visita a sorpresa del Ministro della Giustizia Paola Severino nel carcere
romano di Regina Coeli, il cui centro clinico è a rischio chiusura. Mentre i suicidi
non si arrestano, né tra i detenuti né tra gli agenti della Polizia penitenziaria,
si raggiungono picchi in cui la popolazione carceraria è il doppio rispetto alla capienza
effettiva (è il caso della Puglia). "L'altro paradosso a cui non si fa spesso attenzione
- precisa Chiaretti - è che la società non è realmente pronta ad accogliere misure
alternative di pena (pure molto utili per ridurre le spese e deflazionare le prigioni)
anche a causa di una stampa distorta che da un lato sottolinea la fortezza di uno
Stato in quanto capace di mandare in galera le persone, dall'altro tace sul fatto
che il carcere ha una recidiva di ben il 70%". Parliamo poi dell'esperienza virtuosa
del Festival di Volterra Teatro, da anni impegnato sul rapporto teatro e carcere.
Con noi il direttore artistico Armando Punzo. (a cura di Antonella Palermo)