A Torino, un'originale mostra sulle opere d'arte dei monasteri di clausura
Reliquiari ed originali creazioni di carta realizzati fra il XVII e XIX secolo in
mostra fino al 2 settembre alla Pinacoteca Agnelli di Torino. Si tratta di originali
opere d’arte nate in monasteri di clausura, oggetti devozionali sconosciuti, raccolti
nel tempo in collezioni private. Circa 200 gli esemplari esposti, alcuni sono pezzi
rari di straordinaria fattura. Ce li descrive, nel suo servizio, Tiziana Campisi:
Carta. Sono
fatti di carta. Da mani dedite per lo più alla preghiera. I reliquiari, i ricami e
le teche esposte alla Pinacoteca Agnelli di Torino sono opera di minuziose tecniche
che annunziatine, cappuccine, carmelitane, certosine, cistercensi, sacramentine e
visitandine hanno sviluppato tra il Seicento e l’Ottocento, in Italia, Francia e Germania.
Raccontano di conventi ed abbazie, di venerazioni di Santi e di reliquie, ma narrano
anche la storia della Chiesa, culti e tradizioni. Sono meraviglie di carta le devozioni
creative nate nei monasteri di clausura - per lo più femminili - che testimoniano
la forte spiritualità e la mistica sviluppatesi dopo il Concilio di Trento. Vere e
proprie opere d’arte, realizzate con carte colorate, arrotolate, pieghettate, cartoni,
stoffe e materiali poveri, che delicate mani hanno assemblato in originali figure
o arabeschi, ghirlande di fiori e scene religiose, “paperoles” vengono chiamate in
lingua francese, come spiega la curatrice della mostra, Elena Geuna:
R.
- E’ un nome che viene dato nel XVIII, XIX secolo che deriva da “papier ruoler”, che
in francese vuol dire appunto carta arrotolata: sono proprio delle volute di carta
dorata o colorata che vengono poste ad ordinamento dei reliquari e contengono non
soltanto la carta come decorazione, ma anche delle piccole reliquie o dei lembi di
abiti attribuiti a Santi; sono talvolta "Agnus Dei" o raffigurazioni di personaggi
santi, realizzate anche in vetro filato di Nevers, soprattutto quelli francesi, ma
anche con mollica di pane talvolta o biscotti o ancora delle piccole terrecotte.
D.
- Dunque “paperoles”, ribattezzate oggi devozioni creative, meraviglie di carta…
R.
– Sono delle opere d’arte religiose. Sono state create dalle monache di clausura,
a partire appunto dal periodo post-tridentino, nelle loro celle: rispecchiano le regole
ora et labora con dei piccoli oggetti che permettevano loro di tagliare soprattutto
la carta.
Semplicità e povertà di mezzi: questo muoveva l’animo di religiose
e religiosi che con i loro manufatti volevano spesso offrire agli amici dei loro monasteri
piccoli doni, che si son fatti originali capolavori di artigianato, singolari creazioni
che oggi fanno recuperare una religiosità perduta.