Decreto sulla spending review : il Senato pone la fiducia. In apprensione l’industria
farmaceutica
Il Governo ha posto la fiducia in Senato su un maxi-emendamento che comprende i decreti
sulla dismissione del patrimonio pubblico e quello sulla spending review, all’esame
della commissione Bilancio di Palazzo Madama. Il provvedimento dovrebbe essere approvato
definitivamente questa sera. Prossimo passaggio alla Camera. Il decreto, nel corso
dell’esame, ha subito alcune modifiche. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
L’ultima modifica
riguarda la stretta sui farmaci di marca: il medico che prescrive per la prima volta
un farmaco ad un malato sarà obbligato ad indicare solo il principio attivo. L’eventuale
uso del medicinale specifico dovrà essere giustificato dal dottore con motivazione
scritta. Pesantissime le ripercussioni per l’occupazione nel settore, come sottolinea
Sergio Gigli, segretario generale di Femca Cisl (sindacato dei lavoratori dei
settori di energia, moda e chimico) che si sofferma sul valore dei farmaci di marca:
Questi
sono farmaci che hanno subito, nell’arco del tempo, una grande spesa in ricerca e
poi chiaramente i brevetti vanno in scadenza. Tutti sono in grado di copiare questi
farmaci, compresi anche i competitori che sono all’estero. E quindi, con costi che
sono depurati dalla ricerca, i farmaci generici sono, in qualche maniera, messi nelle
condizioni di essere venduti sul mercato a prezzi davvero stracciati. Sulle questioni
dell’occupazione, noi siamo preoccupatissimi perché tante aziende, soprattutto italiane,
non riusciranno a mantenere la propria occupazione. Sono nell’ordine di migliaia i
lavoratori interessati a questi settori. Magari le farmacie e gli stessi ospedali
risparmieranno un po’, ma chiudere un’impresa che ha migliaia di lavoratori significa
perdere molto di più in termini di entrate, di tasse, di lavoro. Si comprime ancora
la spesa. Quindi un disastro dal punto di vista del ritorno proprio sulla crescita.
La
prescrizione obbligatoria del solo nome del principio attivo da parte del medico di
famiglia si può tradurre anche in un aumento dei rischi per la salute. Ancora Sergio
Gigli:
Recentemente, abbiamo visto che in alcune realtà italiane sono stati
analizzati dei farmaci provenienti soprattutto dalla Cina che avevano problematiche
piuttosto significative: addirittura alcuni medicinali erano fatti con tessuti di
cadaveri. Immaginiamo le persone che sono abituate a quel tipo di farmaco specifico
che, oltre a un effetto terapeutico, ha anche un effetto di serenità e tranquillità:
questi farmaci sono stati assunti e non hanno assolutamente controindicazioni di nessun
genere. Quindi questo comporta anche una scarsa serenità nel dire che tutto va bene.
Per il malato, soprattutto quello cronico che ha bisogno dello stesso farmaco, questo
ha un effetto psicologico: vedersi di colpo cambiare per una legge e non per la volontà
del medico un farmaco comporta davvero problemi seri anche dal punto di vista della
serenità del malato.
Un’altra novità riguarda il mondo universitario. Gli
atenei potranno decidere di aumentare le tasse degli universitari fuoricorso. L'incremento
potrà arrivare fino al doppio per gli studenti appartenenti alle fasce di reddito
più alte. Il rischio - sottolinea Enrico Decleva, rettore dell'Università degli Studi
di Milano - è che parte degli studenti fuoricorso, il 30 per cento degli iscritti,
possa decidere di abbandonare gli studi proprio a causa di questo aumento. L'investimento
pubblico in università e ricerca - ha ricordato infine il ministro dell'Istruzione,
Francesco Profumo - deriva dalle tasse. per questo si deve porre grande attenzione
a come si investono queste risorse.