Crisi, mons. Bianchi:"Occorre una Chiesa esemplare"
Nei paesi europei
la crisi economica si trasforma in crisi sociale e chiama in causa l'azione pastorale
della Chiesa. Lo confermano le testimonianze di due vescovi dall'Italia e dalla Spagna.
"La crisi si vede in modo impressionante sul nostro territorio. Nelle persone che
vagano chiedendo lavoro o un minimo di sicurezza economica o un aiuto per le emergenze
quotidiane della famiglia, della casa". Lo racconta mons. Mansueto Bianchi,
vescovo di Pistoia che sottolinea però un'altra conseguenza della crisi.
"Le persone perdono fiducia in sé stesse. Da economica e finanziaria questa crisi
è diventata sociale e ora famigliare e personale. Le famiglie si disgregano. I padri
di famiglia sentono di non avere più dignità di fronte ai propri figli perché non
posson più portare la busta paga a casa. Dunque vediamo la crisi soprattutto nel
fatto che le persone perdono dignità di fronte a sé stesse e alle proprie famiglie".
"Questa situazione - aggiunge il presule - chiama in causa soprattutto la Chiesa,
perché è proprio in questi momenti che la gente si rivolge alle istituzioni dalle
quali si aspetta una risposta. E’ la Chiesa è tra le prime ad essere cercate. Dunque,
di fronte alla gente, si deve presentare una Chiesa credibile, esigente verso sé stessa.
Una Chiesa che deve avere come priorità ridare fiducia e stima alle persone, chiedendo
a nome loro, alle istanze sociali ed economiche, le risposte che devono dare. Oggi,
in tempo di crisi, c’è un grande bisogno di una Chiesa che sia esemplare" conclude
mons. Bianchi. "La crisi si tocca con mano nelle città spagnole perché le nostre
istituzioni caritative, che cercano di aiutare chi è più in difficoltà, sono talmente
affollate che non riescono a tenere il ritmo necessario per aiutare tutti". L'allarme
arriva questa volta da un vescovo spagnolo, mons. Jesús Sanz Montes, arcivescovo
di Oviedo. "L’aumento della recessione e dell’inflazione non sono per noi
cifre anonime ma sono volti, persone che bussano alle nostre porte chiedendo un aiuto
concreto, materiale ma anche spirituale e morale". "Anche nella mia arcidiocesi
- spiega il presule - gli organismi caritativi sono impegnati più che mai. Cresce
anche la solidarietà ma non riusciamo ugualmente a risolvere tanti casi di necessità
estrema". "Ma ad impressionarci - continua mons. Jesús Sanz Montes - è la vulnerabilità
del sistema. Basta che una voce autorevole a livello nazionale o europeo dica qualcosa
e la borsa e lo spread subiscono variazioni scandalose. Ciò significa che c’è chi
ha interesse a indebolire una moneta o uno stato in particolare. Si tratta di azioni
nascoste che celano obiettivi non confessati e hanno come conseguenza questa vulnerabilità
che non ferisce primariamente gli stati o le banche ma le persone innocenti che sono
le prime a subire la crisi". "La parola della Chiesa in questa situazione non può
essere in prima battuta un commento o un giudizio - conclude l'arcivescovo di Oviedo
- ma la carità solidale, un gesto di solidarietà nel nome dell’amore di Dio. Questo
per non dare solo una speranza astratta ma una speranza concreta che si scrive nella
vita quotidiana delle persone". (A cura di Fabio Colagrande)