2012-07-29 19:36:46

Siria:ancora violenti combattimenti ad Aleppo. Rientrano in Italia i due tecnici rapiti


Siria. Violenti combattimenti sono ripresi ad Aleppo, dove da giorni è in corso l’offensiva contro i ribelli dell’esercito fedele al presidente Assad. Quattro le persone uccise oggi. Scontri anche nella provincia di Idlib, vicino alla frontiera turca. Il ministro degli Esteri siriano, Moallem, promette di sconfiggere i ribelli ad Aleppo, aggiungendo però che non saranno usate armi chimiche. Intanto sono arrivati a Roma i due tecnici italiani rapiti il 18 luglio a Damasco e liberati venerdì dall’esercito ma senza un blitz. Il servizio di Marina Calculli:RealAudioMP3

I combattimenti ad Aleppo continuano senza tregua. Dopo la giornata di ieri in cui oltre 160 persone hanno perso la vita, si gonfia di ora in ora il bilancio delle vittime. Secondo fonti locali, i tanks dell’esercito fedele ad Assad starebbero ritentando l’assalto al quartiere di Salaheddine, bastione dei ribelli. Intensi combattimenti stanno interessando anche i quartieri di Bab al-Nasr e Bab al-Hadid. Il ministro degli esteri siriano, Walid Moallem, ha parlato stamattina da Teheran, dove è giunto senza preavviso per discutere con l’alleato iraniano. “L’esercito vincerà i terroristi che hanno occupato Aleppo” ha detto Moallem, ribadendo tra l’altro il suo sostegno al piano di pace dell’ONU. Ma il segretario generale dell’ONU Ban Ki Moon ha affermato che la metà dei morti in Siria – oltre 20.000 dall’inizio delle rivolte – si è prodotta dopo l’entrata in vigore del cessate il fuoco, il 12 aprile scorso. E ieri il generale Mood, capo degli osservatori ONU, aveva detto che “è questione di tempo ma prima o poi Assad cadrà”. Sono rientrati intanto a Roma i due tecnici italiani rapiti. “E’ stato l’esercito siriano a liberarci e non sappiamo chi ci abbia rapiti” hanno detto i due italiani che hanno escluso di essere stati liberati con un blitz.

E secondo l’opposizione siriana dall’inizio delle proteste e dei combattimenti, lo scorso anno, sono stati circa 20 mila i morti, di cui il 70 per cento civili. Una preoccupazione particolare riguarda i bambini come sottolinea, al microfono di Roberta Barbi il direttore di Unicef Italia, Giacomo Guerrera:RealAudioMP3

R. - Della Siria se ne parla, ma dei bambini non se ne parla. Abbiamo già denunciato una situazione di oltre 500 bambini morti in questo primo anno di guerra civile. C’è un milione e mezzo di persone che hanno bisogno di aiuto all’interno della Siria. Ce ne sono altri 200mila che hanno bisogno di aiuto perché rifugiati. Siamo noi che interveniamo e questo lo facciamo in Iraq, in Libano, in Giordania, in Turchia, dove purtroppo si trova questa popolazione che è scappata dalla guerra. Laddove si sono verificate 200 morti in una sola azione, questi morti sono avvenuti fra le abitazioni e i bambini c’erano. Noi come Unicef abbiamo chiesto un aiuto a tutti per continuare nella nostra azione, non soltanto fornendo assistenza contro le epidemie, ma anche creando spazi a misura di bambino, dove si riesce a dare al bambino un’assistenza anche psicologica. In Siria adesso c’è bisogno di un intervento perché la situazione è grave.







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