2012-07-29 14:20:09

L'impegno dei francescani del Pakistan per il dialogo nel Punjab


Un'iniziativa nello spirito di San Francesco nel cuore del Pakistan. Seicento uomini e donne, tra religiosi e laici, portano avanti lo spirito di Assisi, sinonimo di incontro e accoglienza verso ogni uomo, nel Punjab, in Pakistan, sempre più “terra dei talebani”. Se ne parla in un articolo pubblicato sul “Messaggero di Sant’Antonio” di luglio-agosto. “In una terra dove la vita per i cristiani è segnata da discriminazioni e sofferenze - si legge nell'articolo- i francescani del Pakistan hanno il coraggio di farsi strumenti di pace, di portare amore dove c’è odio, di proporre perdono dove c’è offesa, di infondere gioia dove regna tristezza”. I cristiani in Pakistan - come riporta il Sir - sono una esigua minoranza, meno del 3% su circa 200 milioni di abitanti, e spesso “perseguitati a causa della fede o vittime di povertà e discriminazioni”. Una testimonianza che ha come segno tangibile la forte e diffusa devozione a Sant’Antonio di Padova. A Lahore si trova una chiesa dedicata al Santo. Lo stesso Shahbaz Bhatti, il ministro cattolico delle minoranze religiose ucciso nel marzo del 2011, era assiduo frequentatore della chiesa di Sant'Antonio nel villaggio di Kushpur, che fu fondato agli inizi del Novecento dai padri cappuccini belgi. Qui c’è la tomba di Bhatti, e presto sarà aperto un museo in suo onore. Nel mese di giugno, la popolazione di Kaspur omaggia Sant’Antonio con la novena. Alla protezione del Santo si affidano il raccolto, la famiglia, il futuro dei figli. (D. M.)







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