Il Papa all'Angelus: riscoprire i piccoli gesti di amore. Appello per la fine delle
violenze in Siria e Iraq. Vicinanza agli operai dell'Ilva
Benedetto XVI durante l'Angelus ieri a Castel Gandolfo ha lanciato un accorato appello
per la fine delle violenze in Siria e Iraq, ha assicurato la sua vicinanza agli operai
dell’Ilva, ha pregato perché la giustizia nel mondo sia attuata con l’amore e non
con la violenza e ringraziato gli organizzatori della Gmg di Rio de Janeiro ad un
anno dall’evento. Nella sua catechesi ha invitato a riscoprire i piccoli gesti di
amore. Il servizio di Sergio Centofanti.
In Siria infuria
la guerra. Benedetto XVI continua a seguire “con apprensione i tragici e crescenti
episodi di violenza” nel Paese “con la triste sequenza di morti e feriti, anche tra
i civili, e un ingente numero di sfollati interni e di rifugiati” negli Stati limitrofi.
Per questi chiede “che sia garantita la necessaria assistenza umanitaria e l’aiuto
solidale”. Ribadisce dunque la sua “vicinanza alla popolazione sofferente ed il ricordo
nella preghiera”:
“Rinnovo un pressante appello, perché si ponga
fine ad ogni violenza e spargimento di sangue. Chiedo a Dio la sapienza del cuore,
in particolare per quanti hanno maggiori responsabilità, perché non
venga risparmiato alcuno sforzo nella ricerca della pace, anche da parte della
comunità internazionale, attraverso il dialogo e la riconciliazione, in vista di un’adeguata
soluzione politica del conflitto”.
Rivolge poi il suo pensiero “anche
alla cara Nazione irachena, colpita in questi ultimi giorni da numerosi e gravi attentati
che hanno provocato molti morti e feriti”:
“Possa questo grande Paese trovare
la via della stabilità, della riconciliazione e della pace”.
Il Papa guarda
“con preoccupazione” anche alla vicenda dell’ILVA di Taranto, manifestando la sua
vicinanza agli operai e alle loro famiglie, “che vivono con apprensione questi difficili
momenti”:
“Mentre assicuro la mia preghiera e il sostegno della Chiesa,
esorto tutti al senso di responsabilità e incoraggio le Istituzioni nazionali e locali
a compiere ogni sforzo per giungere ad una equa soluzione della questione, che tuteli
sia il diritto alla salute, sia il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi
di crisi economica”.
C’è poi il ringraziamento e l’incoraggiamento agli
organizzatori della prossima Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Rio
de Janeiro, in Brasile, proprio tra un anno: un "importante incontro ecclesiale" a
cui il Papa guarda con speranza:
“Si tratta di una preziosa occasione per
tanti giovani di sperimentare la gioia e la bellezza di appartenere alla Chiesa e
di vivere la fede”.
Nella sua catechesi, il Papa, commentando il Vangelo
della liturgia domenicale, ha spiegato che il miracolo della moltiplicazione dei pani
“era annuncio dell’Eucaristia”. “L’Eucaristia – ha proseguito - è il permanente grande
incontro dell’uomo con Dio, in cui il Signore si fa nostro cibo, dà Se stesso per
trasformarci in Lui”. Quindi rileva il particolare del ragazzo, che, “di fronte alla
difficoltà di sfamare tanta gente, mette in comune quel poco che ha: cinque pani e
due pesci”:
“Il miracolo non si produce a partire da niente, ma da una prima
modesta condivisione di ciò che un semplice ragazzo aveva con sé. Gesù non ci chiede
quello che non abbiamo, ma ci fa vedere che se ciascuno offre quel poco che ha, può
compiersi sempre di nuovo il miracolo: Dio è capace di moltiplicare ogni nostro piccolo
gesto di amore e renderci partecipi del suo dono”.
La folla è colpita
dal prodigio e vuole proclamare re Gesù, ma il Signore si ritira sul monte, da solo:
“Gesù
non è un re terreno che esercita il dominio, ma un re che serve, che si china sull’uomo
per saziare non solo la fame materiale, ma soprattutto la fame più profonda, la fame
di orientamento, di senso, di verità, la fame di Dio”.
Il Papa prega perché
tutti possano riscoprire l’importanza di nutrirsi "non solo di pane, ma di verità,
di amore, di Cristo, del corpo di Cristo, partecipando fedelmente e con grande consapevolezza
all’Eucaristia, per essere sempre più intimamente uniti a Lui”. Quindi conclude:
“Allo
stesso tempo, vogliamo pregare perché non manchi mai a nessuno il pane necessario
per una vita dignitosa, e siano abbattute le disuguaglianze non con le armi della
violenza, ma con la condivisione e l’amore”.