Canale d'Agordo ricorda il centenario della nascita di Papa Albino Luciani
Cento anni fa, esattamente il 17 ottobre del 1912, nasceva a Canale d’Agordo , in
provincia di Belluno, Albino Luciani che nel 1978 diventerà Papa con il nome di Giovanni
Paolo I e di cui è in corso la causa di Beatificazione. La parrocchia di Canale d’Agordo,
insieme alla Fondazione Luciani, presieduta dal sindaco della località, lo ricorda
con una ricca serie di iniziative: celebrazioni eucaristiche, pellegrinaggi, tavole
rotonde, mostre, concerti, presentazione di libri. Il 24 settembre, l’intera diocesi
di Belluno-Feltre con il vescovo, mons. Giuseppe Andrich, si recherà a Roma. Ma come
è stato pensato il programma e quali gli appuntamenti più di rilievo? Risponde al
microfono di Adriana Masotti, don Mariano Baldovin, arciprete di Canale
d’Agordo:
R. – Quello
che abbiamo cercato è di dare rilievo all’ambiente che ha formato la personalità di
Albino Luciani. Anzitutto la famiglia, sempre molto presente anche nei suoi scritti.
Sono stati fatti diversi incontri a livello della Forania di Agordo in cui tutte le
parrocchie hanno riflettuto su alcuni testi tolti dalle lettere a illustrissimi di
Papa Luciani. A Canale ci sono stati due incontri per i ragazzi delle elementari e
delle medie nei quali hanno presentato elaborati su Luciani da ragazzo e da studente.
Il 26 agosto, che è il giorno dell’ anniversario della elezione di Papa Luciani, sarà
qui con noi a presiedere l’Eucarestia in piazza il cardinale Ennio Antonelli che fino
a poco tempo fa era presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Abbiamo voluto
così mettere al centro, anche come messaggio forte oggi più che mai urgente e necessario,
da dove questa bella personalità di cristiano e di vescovo è nata, appunto da un contesto
famigliare spiritualmente molto ricco. Il secondo ambiente che abbiamo cercato di
valorizzare è stata la parrocchia alla quale Luciani era molto legato. Non abbiamo
pensato di mettere eventi particolari, diciamo straordinari, ma di valorizzare quelle
feste liturgiche tradizionali che hanno formato la fede dei nostri paesi. Per esempio
i pellegrinaggi a piedi ai santuari mariani qui attorno, le feste patronali, la festa
del Corpus Domini. Ci sono state celebrazioni molto ben partecipate, sono venuti da
Roma anche arcivescovi e cardinali che le hanno presiedute. Insieme a questo ci sono
appuntamenti dedicati alla presentazione di alcuni libri appena usciti su Luciani,
altri appuntamenti su aspetti storici e sociali del suo tempo.
D. – Lei ha
già accennato alla partecipazione della gente a questi eventi e alla loro preparazione,
ma qual è il rapporto tra la gente di Canale d’Agordo e Papa Luciani?
R. –
Qui a Canale lo ricordano tutti perché tutti lo hanno conosciuto. Papa Luciani amava
ritornare a Canale. Quando veniva gli piaceva stare con la sua gente. Qui lo ricordano
tutti come don Albino, anche quando era cardinale lo chiamavano così. E quando lui
veniva qui parlava in dialetto con tutti. Lo ha fatto anche quando ha ricevuto i suoi
compaesani, l’unica volta che li ha ricevuti da Papa in Vaticano, parlava in dialetto.
Questo per dire che la gente è molto legata a questa sua semplicità che ricordano.
I miei parrocchiani sono adesso anche più consapevoli, passando gli anni, dell’importanza
di essere un po’ come i messaggeri nel far conoscere questa bella figura di quest’
uomo di Chiesa al mondo, alle tante persone che vengono qui e ci stiamo anche organizzando
in questo senso.
D. – Se dovesse sintetizzare al massimo l’eredità di Papa
Luciani o il suo insegnamento che cosa potrebbe dire?
R. – Di Albino Luciani
direi in sintesi che era un pastore dolce e fermo. Papa Luciani è passato come il
Papa del sorriso, che non era però un atteggiamento di un ingenuo, ma era un sorriso
che veniva da una personalità forte, direi anche provata molto dalla vita. Era una
persona che aveva ben chiaro cosa voleva. Papa Luciani è stato, da vescovo, un vescovo
fermo sui principi, sui principi della fede, sui principi dell’etica, sulla dignità
dell’uomo. Penso a quanto si è manifestato vicino ai poveri, agli operai… Fermo sui
principi ma nel tratto molto amabile, molto dolce. Mi pare che sia una bella immagine:
un pastore che può essere di esempio per noi sacerdoti, per i vescovi, per coloro
che hanno la guida della comunità.
D. – Oltre alla sua parrocchia e alla sua
diocesi, a ricordare Papa Luciani è la Fondazione intitolata a suo nome. Qual è l’attività
di questa organizzazione?
R. - La Fondazione Papa Luciani attualmente è presieduta
dal sindaco di Canale d’Agordo allo scopo di promuovere la conoscenza della vita e
delle opere di Albino Luciani. Accoglie anche i pellegrini che vengono e sono sempre
più numerosi in questi anni. La Fondazione Papa Luciani sta ultimando la costruzione
del nuovo Museo dedicato non solo a Papa Luciani, ma anche alla storia della nostra
valle, insieme al Centro studi sempre su Papa Luciani che ha il compito di approfondire
i suoi scritti e di farli conoscere.
D. – Si è conclusa la fase diocesana della
causa di beatificazione di Papa Luciani, come sta andando ora la seconda fase?
R.
– La Congregazione per le Cause dei Santi ci comunica che la causa sta andando avanti
bene. Per il centenario, proprio per il 17 ottobre, il postulatore ha garantito che
presenterà la “positio” alla Congregazione, mentre il miracolo presunto, la guarigione
di un signore da un tumore di Altamura di Puglia, è già allo studio delle competenti
commissioni del Vaticano. Speriamo che nel giro di alcuni anni possiamo avere la gioia
di annoverarlo tra i beati della nostra Chiesa.