Assedio ad Aleppo. L'opposizione: l'Onu fermi il massacro. 20 mila morti nella guerra
in Siria
Il Consiglio Nazionale Siriano (CNS), principale gruppo d’opposizione al presidente
Bashar al-Assad, ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu
per impedire possibili massacri di civili ad Aleppo, dove continuano i combattimenti.
Per i ribelli – che hanno chiesto alle Nazioni Unite di decretare un divieto di sorvolo
della città - le truppe lealiste sarebbero appoggiate da carri armati, elicotteri
e aviazione. E l’escalation militare preoccupa anche l’inviato speciale di Onu e Lega
Araba, Kofi Annan. Il servizio è di Davide Maggiore:
La concentrazione
di armi e mezzi pesanti intorno ad Aleppo, ha spiegato Annan in un comunicato, “è
l’ulteriore prova della necessità che la comunità mondiale si unisca” per fare pressione
sulle due parti. “Solo una transizione politica potrà risolvere la crisi e dare pace
al popolo siriano”, ha concluso l’ex-segretario generale dell’Onu. Ma da Abu Dhabi
il presidente del CNS, Abdel Bassed Sayda, ha chiesto ai Paesi “fratelli ed amici”
un aiuto “di qualità”, e “armi” per fermare le truppe di Assad. Contemporaneamente,
però, Sayda ha aperto le porte alla formazione di un governo di transizione per il
dopo-Assad, di cui potrebbero far parte anche esponenti dell’attuale esecutivo non
coinvolti nella repressione. Intanto, il ministro degli Esteri di Damasco, Walid Moallem,
è in visita a Teheran, dove il suo omologo iraniano Ali Akbar Salehi ha definito “un’illusione”
un passaggio di poteri in Siria. A Russia e Cina si è invece rivolto il presidente
francese Hollande, perché appoggino sanzioni più forti contro Assad e un’azione del
Consiglio di Sicurezza.
E secondo l’opposizione siriana dall’inizio delle proteste
e dei combattimenti, lo scorso anno, sono stati circa 20 mila i morti, di cui il 70
per cento civili. Una preoccupazione particolare riguarda i bambini come sottolinea,
al microfono di Roberta Barbi il direttore di Unicef Italia, Giacomo Guerrera:
R. - Della Siria
se ne parla, ma dei bambini non se ne parla. Abbiamo già denunciato una situazione
di oltre 500 bambini morti in questo primo anno di guerra civile. C’è un milione e
mezzo di persone che hanno bisogno di aiuto all’interno della Siria. Ce ne sono altri
200mila che hanno bisogno di aiuto perché rifugiati. Siamo noi che interveniamo e
questo lo facciamo in Iraq, in Libano, in Giordania, in Turchia, dove purtroppo si
trova questa popolazione che è scappata dalla guerra. Laddove si sono verificate 200
morti in una sola azione, questi morti sono avvenuti fra le abitazioni e i bambini
c’erano. Noi come Unicef abbiamo chiesto un aiuto a tutti per continuare nella nostra
azione, non soltanto fornendo assistenza contro le epidemie, ma anche creando spazi
a misura di bambino, dove si riesce a dare al bambino un’assistenza anche psicologica.
In Siria adesso c’è bisogno di un intervento perché la situazione è grave.