2012-07-28 15:28:31

I vescovi svizzeri: sobrietà, giustizia e responsabilità per superare la crisi


"Il denaro è a servizio dell'uomo, e non l'uomo schiavo del denaro": si intitola così il messaggio che la Conferenza episcopale svizzera ha pubblicato in vista della Festa nazionale, che ricorre il primo agosto. Un documento che riflette sull’attuale crisi economica e finanziaria, aiutando a comprendere l’atteggiamento cristiano verso il denaro ed il profitto. “Il denaro non è fatto per moltiplicarsi da sé. E non è fine a se stesso – scrivono i vescovi svizzeri - Se il mondo finanziario vive per se stesso, perde la sua ragion d'essere. Chi investe e guadagna, non badando all'infelicità del prossimo, agisce irresponsabilmente”. Evidenziando poi come “in larga misura, i mercati finanziari internazionali conducano un'esistenza propria, scissa dalle necessità dell'economia reale e a stento controllabile”, la Conferenza episcopale elvetica sottolinea l’urgenza di “trovare mezzi e percorsi per riequilibrare questo pericoloso squilibrio”, poiché “sarebbe irresponsabile lasciar stare tutto com’è”. Ricordando in particolare la crisi immobiliare negli Stati Uniti, i vescovi svizzeri sottolineano che “fa parte di un impiego responsabile del denaro non investire in operazioni commerciali eccessivamente rischiose”. Inoltre, dato che “il benessere ha i suoi limiti e non può essere prodotto all'infinito”, i presuli notano che “non bisognerebbe cadere nella tentazione di vivere costantemente al di sopra delle proprie possibilità: chi lo fa cade in una spirale malsana di debiti”. Di qui, la sottolineatura forte del fatto che banche e singoli sono parimenti responsabili nell’utilizzo del denaro, con il richiamo alla necessità di “accontentarsi del necessario, un'arte che dobbiamo riscoprire nei nostri Paesi altamente industrializzati”, perché “chi possiede quest'arte saprà riscoprire altre ricchezze”. Guardando, inoltre, ai più poveri, i vescovi svizzeri ribadiscono che “un atteggiamento cristiano nei confronti del denaro significa impegnarsi per un'equa distribuzione delle risorse economiche”, il che implica “impegno politico, attività caritativa e collaborazione allo sviluppo”, senza “venir meno nell'aiuto ai bisognosi, a chi è senza prospettive per il futuro, ai disoccupati, agli emarginati”. Infine, la Conferenza episcopale svizzera conclude il suo messaggio ribadendo che “oggi vale, forse più che mai, che il denaro è a servizio dell'uomo, e non l'uomo schiavo del denaro” e che “con profonda fiducia in Dio, si può guardare all’avvenire”. (I.P.)







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