Chiese provvisorie, ma di qualità, per l'Emilia terremotata
"Ci siamo resi conto
che le comunità dell'Emilia avevano perso le case ma anche i luoghi di identità, di
riferimento e di vita cristiana. Quindi, accanto alla fretta di ridare alla gente
un'abitazione, c’era la necessità di creare luoghi per ricostruire un’identità collettiva".
L'architetto Claudia Manenti, direttrice Centro Studi per l'architettura
sacra e la città ‘Dies Domini’ (Fondazione cardinale Lercaro di Bologna),
racconta così la genesi del laboratorio che ha dato alla luce otto progetti di Chiese
provvisorie, ma di qualità, per le popolazioni dell'Emilia, ma non solo, colpite dal
sisma del maggio scorso. Trenta architetti, lavorando gratuitamente, hanno creato
alcuni progetti di Chiese provvisorie, da proporre alle diocesi locali, coniugando
economicità, qualità tecnologica, architettonica e liturgica, rapidità di esecuzione,
ma anche versatilità nell’uso. Sono infatti strutture che, una volta ricostruiti gli
edifici di culto, potranno essere riconvertite in luoghi sempre al servizio della
collettività. "Bisogna stare attenti anche alla qualità architettonica - spiega
Claudia Manenti - perché sono strutture che resteranno sul territorio per un numero
considerevole di anni e quindi non devono andare a deturparlo come succede spesso
con le strutture provvisorie". "Alcune strutture di emergenza apparentemente più economiche
- aggiunge - hanno in realtà spese di gestione molto alte e una qualità architettonica
e edilizia precaria". Ora i progetti sono in mano alle diocesi e con la campagna
"Adotta una chiesa provvisoria per l'Emilia" si cercano altre diocesi italiane o altri
enti disposti a finanziarli. "E' un'iniziativa che abbiamo accolto con grande
gratitudine - spiega mons. Tiziano Ghirelli, direttore dell’Ufficio beni culturali
ecclesiastici della diocesi di Reggio Emilia. "E' uno strumento per permettere
alle persone di riaggregarsi e di ritrovare la logica della riflessione e del pensiero
e quindi un'iniziativa che ha ricadute importanti dal punto di vista non solo liturgico
ed ecclesiale ma anche umano, sociale e psicologico". "E' importante - aggiunge -
che siano stati rispettati alcuni requisiti liturgici. Un'aula liturgica, seppur temporanea,
deve favorire il raccoglimento e la preghiera. L’assemblea liturgica terrena dovrebbe
essere uno specchio di quella del Cielo. Ritrovarsi in una chiesa non è come organizzare
una riunione di condominio. Bisogna tenere conto di dove si colloca l’assemblea, di
dove si proclama la Parola e soprattutto di dove si colloca l’altare per celebrare
l’Eucaristia". (A cura di Fabio Colagrande)