Mons. Chullikatt all'Onu: disarmare il mercato internazionale delle armi
Proprio nei giorni in cui gli Stati Uniti sono stati scossi dalla strage di Denver,
la Santa Sede è tornata a ribadire la necessità di non considerare gli armamenti come
beni commerciali comuni. Il forte monito è stato pronunciato da mons. Francis A. Chullikatt
alla Conferenza Onu per il Trattato sul commercio delle armi che si è chiusa ieri
a New York. L’osservatore vaticano presso il Palazzo di Vetro ha esortato la comunità
internazionale a contrastare il traffico illegale di armi ed ha chiesto agli Stati
di fornire assistenza alle vittime dei conflitti armati. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
La Santa Sede
è convinta che un Trattato sul commercio delle armi “possa fare la differenza per
milioni di persone” vittime dello “sregolato e irresponsabile traffico di armi e munizioni
e l’illecita acquisizione di esse da parte” di criminali. E’ quanto sottolineato da
mons. Francis A. Chullikatt alla Conferenza Onu sul commercio delle armi a New York.
L’osservatore vaticano al Palazzo di Vetro ha quindi auspicato che l'obiettivo finale
di un tale Trattato sia “il disarmo del mercato internazionale” delle armi. Il presule
non ha dunque mancato di evidenziare che il traffico illecito delle armi ha un impatto
negativo sullo “sviluppo, la pace, la legge umanitaria e i diritti umani”. Le armi,
è stato l’avvertimento di mons. Chullikatt, “non possono essere meramente comparate
agli altri beni che vengono scambiati sui mercati nazionali e internazionali”. Le
armi, ha soggiunto, necessitano di una “regolarizzazione specifica” che sia in grado
di “prevenire, combattere e sradicare l’irresponsabile e illecito traffico” di armi
e munizioni. Per far questo, ha detto, serve l’impegno di tutti i membri della comunità
internazionale dagli Stati alle organizzazioni internazionali, dalle Ong al settore
privato.
Mons. Chullikatt ha elencato una serie di misure da attuare tra cui
una maggiore collaborazione fra gli Stati, un reale controllo anche delle armi di
piccolo calibro, una maggiore trasparenza nel commercio legale delle armi. Una particolare
attenzione è stata inoltre posta dal diplomatico vaticano sulle vittime dei conflitti
armati che, ha detto, devono ricevere assistenza e cura da parte degli Stati senza
trascurare il loro reintegro sociale ed economico. Mons. Chullikatt ha così messo
l’accento sull’importanza della promozione di una cultura della pace. Servono, ha
osservato, delle “iniziative educative e dei programmi che accrescano la consapevolezza”
sul tema e che “coinvolgano tutti i settori della società, includendo le organizzazioni
religiose”. Questo sforzo, ha affermato, vede la Santa Sede impegnata in prima linea
e servirà a promuovere la pace e a “contrastare la cultura della violenza e della
criminalità”. Da ultimo, l’arcivescovo Chullikatt ha sottolineato che l’adozione di
un forte ed efficace Trattato sul commercio delle armi rappresenta una segnale importante
di “volontà politica” dei governi per “assicurare pace, giustizia, stabilità e prosperità
nel mondo”.