Caso Ilva. Mons. Santoro: coniugare attenzione alla salute e stabilità dei posti di
lavoro
Forte tensione a Taranto, dove proseguono i blocchi stradali e altre manifestazioni
di protesta da parte dei lavoratori dell'Ilva, dopo che la magistratura ha disposto
ieri il sigillo per parte degli impianti dello stabilimento siderurgico all’origine
di un grave inquinamento ambientale. L’allarme è che la decisione possa mettere a
rischio migliaia di posti di lavoro. I sindacati hanno indetto intanto uno sciopero
a oltranza. Nessuno ha eseguito il sequestro degli impianti, nessuno ha fermato la
produzione dell'Ilva”, hanno affermato stamani, in conferenza stampa, il procuratore
generale presso la Corte di Appello di Lecce, Giuseppe Vignola, e il procuratore della
Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, indicando tempi non immediati per l’esecuzione
del provvedimento. E' stata fissata per il 3 agosto prossimo, infatti, la discussione
dinanzi al tribunale del Riesame di Taranto del ricorso presentato dall'Ilva contro
il sequestro e le misure cautelari nei confronti degli 8 indagati, da ieri agli arresti
domiciliari. Della questione si è parlato anche al Consiglio dei ministri di oggi.
Vicinanza agli operai è stata subito espressa dall’arcivescovo della città, mons.
Filippo Santoro. Ma quale la sua reazione di fronte alla decisione della magistratura?
Ascoltiamolo al microfono di Antonella Palermo:
R. – La mia
reazione, in primo luogo, è di vicinanza e di solidarietà con i lavoratori che rischiano
grosso: rischiano di perdere il posto di lavoro e sono in numero considerevole, valutando
anche l’indotto delle fabbriche che supportano l’Ilva e che lavorano insieme a essa.
Dall’altro canto, il provvedimento è di tutto rispetto: la magistratura cioè deve
fare il suo corso, è chiaro. Però, quello che si può fare, quello che si può invocare,
è negoziare soluzioni più attendibili, che è cio che ho sempre desiderato: coniugare
l’occupazione, il lavoro, con la salute e con la difesa della vita. La sentenza del
giudice è venuta, i magistrati sono intervenuti dopo tanta insistenza: è un problema
che si trascinava da anni ed anni. E ora accompagniamo con trepidazione questo momento.
Speriamo che la saggezza e la responsabilità illumino tutti, in particolare i lavoratori
e le autorità politiche.
D. – Che tipo di soluzione invoca lei, concretamente?
Come effettivamente garantire l’equilibrio di cui parlava?
R. – Da parte del
governo, innanzitutto, riconosco che finalmente c’è stata un’intesa tra il governo
centrale, la regione Puglia, la provincia e il comune: un’unità che si è realizzata
– è chiaro – con l’acqua alla gola, ma si è realizzata. Perciò un intervento che si
potrebbe fare è un intervento che identifichi in maniera rigorosa le bonifiche che
devono essere apportate per non interrompere la produzione e quindi per non far saltare
tutta l’occupazione; descrivere, scendere nei dettagli degli interventi che lo Stato
può fare. Infatti, c’è uno spazio di interventi attraverso le bonifiche per ridurre
le emissioni di diossina e tutte le altre forme inquinanti: questo deve essere deciso,
definito, per offrire garanzie per la salute e per la vita.
D. – Continueranno
intanto ad oltranza le proteste ed i blocchi stradali che stanno paralizzando la città.
Cosa si sente di esprimere ai lavoratori e anche alla popolazione tutta? Quali sono
i suoi timori?
R. – Prima dei miei timori, io dico che se questi interventi
di risanamento garantiscono da un lato la salute e dall’altro lato non è messa in
discussione la stabilità del lavoro, il posto del lavoro, possono introdurre nella
città una certa pace. Se ci sono queste garanzie, penso che gli animi si rassereneranno.
D’altro lato, è importantissimo far sentire a tutti i lavoratori la vicinanza delle
autorità, che il problema non è solo loro, che perdono il lavoro e sono rovinati:
no. Tutta la comunità si sta interessando per loro. Quindi, come pastore, oltre alle
preghiere – in diverse comunità si sta pregando, si stanno facendo veglie – c’è questo
lavoro per una concertazione delle forze politiche e di tutta la società a Taranto.
Questo è il nostro compito: favorire l’unità e aiutare ad un giudizio sereno, in questo
momento.