2012-07-26 17:14:39

Serrata delle farmacie contro la spending review. Molti i timori sui tagli alla sanità


Chiusura ieri delle farmacie italiane in segno di protesta per i tagli previsti dalla Spending Review in discussione al Senato e nonostante il dietrofront operato dal governo sugli aggravi previsti nel testo a carico di aziende e farmacie. Il decreto è dunque in via di definizione e Palazzo Chigi ha garantito disponibilità a modifiche purché a saldi invariati. Ma i timori in merito soprattutto alla qualità dei servizi, sono tanti. Il servizio di Gabriella Ceraso:RealAudioMP3

Il neonato morto a Roma per uno scambio di flebo. Un uomo di 60 anni di Firenze ucciso da una trasfusione sbagliata, un feto dato per morto e invece nato vivo ad Agrigento: sono giorni che la cronaca racconta di malasanità, mettendo in ombra il buono che c’è senza dubbio nel servizio sanitario nazionale. Ma secondo qualcuno le cose sono destinate peggiorare proprio a partire dalla Spending Review. Pietro Cerrito, responsabile nazionale Cisl per la sanità:

“Sono quattro miliardi e 700 milioni di euro in tre anni, che vengono tolti alla sanità. Il decreto taglia in maniera lineare le risorse e taglia in percentuale le forniture dei beni e dei servizi di quelle strutture che hanno appalti in corso con le Asl. I servizi peggioreranno, perché cala la quantità di risorse disponibile per dare assistenza sanitaria”.

Occorrono correttivi più forti da parte del governo. Le proposte della Cisl:

“La centralizzazione dei beni e dei servizi, criteri certi per la chiusura di reparti obsoleti inutili, indicazioni alle regioni di criteri per la chiusura degli ospedali generalisti che non servono più, e portare il sistema verso la specializzazione degli ospedali”.

Se saranno necessari tagli ai servizi, occorre che siano razionali e discussi, e soprattutto che non colpevolizzino le fasce più vulnerabili.Lo sottolinea Vladimiro Zagrebelsky, direttore del Laboratorio dei diritti fondamentali di Torino:

“Se io pago un ticket più elevato, mi dispiace ma non è toccato un mio diritto alla salute: io posso permettermelo. Se invece la chiusura di un servizio, l’allungamento delle liste d’attesa colpiscono fasce che non possono permettersi alternative, si tocca un diritto fondamentale, l’unico che la nostra Carta costituzionale qualifica come fondamentale”.

Ultimo aggiornamento del 27 luglio 2012







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