2012-07-26 08:05:11

Domani l'apertura ufficiale delle Olimpiadi di Londra


Il calcio femminile ha di fatto aperto ieri sera le Olimpiadi di Londra – terza città nella storia ad ospitare i Giochi - ma sarà domani il giorno della cerimonia ufficiale. Città in fibrillazione e pronta ad accogliere i tanti appassionati di sport ed i campioni che sognano una medaglia olimpica. Ai nastri di partenza mancheranno 9 atleti trovati positivi al test antidoping. Il clima nella capitale britannica ce lo racconta Sagida Syed:RealAudioMP3

Gli occhi del mondo sono puntati sulla cerimonia di apertura, quando Londra sfoggerà la trenta futuristiche strutture completate in largo anticipo e l’organizzazione studiata nei minimi particolari. La sicurezza, durante i 18 giorni di gare, sarà fornita da 40 mila tra poliziotti, militari e agenti segreti, diecimila videocamere a circuito chiuso, per non menzionare le cinque piattaforme per il lancio di missili terra-aria. Ai 10.490 atleti che prenderanno parte ai giochi, si aggiungeranno i milioni di telespettatori giunti da ogni angolo del pianeta. Il governo è riuscito a calmare tutte le categorie di lavoratori che avevano minacciato lo sciopero, tra cui i tassisti, gli addetti alle metropolitane e i dipendenti dell’Ufficio immigrazione. Il sindaco, Boris Johnson, non ha escluso attacchi terroristici, né azioni di squilibrati, ma ha aggiunto che la capitale inglese ha già dimostrato di essere in grado di ospitare con successo grandi eventi, come il recente Giubileo della Regina.

Dunque domani l’inaugurazione della 30.ma Olimpiade moderna, ogni edizione è passata alla storia per qualche evento particolare, sportivo o extra sportivo. Quale sarà quello che caratterizzerà Londra 2012? Giancarlo La Vella lo ha chiesto al noto giornalista sportivo, Giampaolo Ormezzano, che ha seguito nella sua carriera 24 edizioni dei Giochi, comprese quelle invernali:RealAudioMP3

R. – Sarà la “Twitterizzazione” dei giochi, la “Blogghizzazione” dei giochi: l’invasione dell’Olimpiade da parte di questi congegni tremendi, che io non so neanche usare. Sarà un’Olimpiade violata, filmata, registrata, inquisita, frugata da questi nuovi strumenti di comunicazione. Invano i realizzatori hanno provato a vietarli, ma pare che questo sia il progresso e non ci sia niente da fare. Ma, attenzione, questa è anche un’Olimpiade dove la tecnologia provocherà il probabile superamento dei diritti televisivi, perché oramai con una telecamera nascosta possiamo filmare tutta l’Olimpiade e mandarla gratuitamente a chi sta dall’altra parte del mondo.

D. – Tutto questo metterà in secondo piano l’aspetto agonistico, la prestazione dell’atleta…

R. – Sì, assolutamente. Io ho una grande amica che va alle Olimpiadi, una persona stupenda, una “vecchia” signora: si chiama Josefa
Idem, grande canoista. Josefa fa l’ottava Olimpiade, ha due figli...

D. – La crisi economica - ormai si parla sempre di questo – influirà in qualche modo sui giochi?

R. – E’ molto curioso che si vada a Londra in questo momento: nel 1908 Londra, che è la prima città ad ospitare i giochi per la terza volta, diede la scossa economica al mondo olimpico, dopo Atene ’96, Parigi e Saint Louis. Nel ’48 ci fu la scommessa alimentare e Londra riuscì a dar da mangiare a tutti gli atleti. Adesso c’è questa crisi, che però penso il mondo dello sport patisca in maniera molto limitata; io credo piuttosto alla crisi dello sport. L’Olimpiade oramai è troppo concorrenziata da altri eventi sportivi, nel senso della frequenza degli stessi. I campionati del mondo di atletica tolgono spazio all’Olimpiade, per non parlare dei campionati del mondo di calcio, che non hanno quasi mai lasciato spazio al torneo olimpico, riducendolo, per quanto riguarda il foot-ball ad una mera parata di dilettanti o quasi. E anche questa volta sarà così. Quindi l’Olimpiade di Londra patirà le solite cose: la mercificazione dello sport, il doping, la concorrenza degli altri grandi eventi.

D. – Tra le tante Olimpiadi seguite, qual è un episodio che lei ama ricordare, al quale è particolarmente attaccato?

R. – Roma 1960. Livio Berruti - mio compagno di scuola e amico fraterno - vince i 200 metri piani. Io riesco ad entrare nello stadio Olimpico, ci abbracciamo piangendo, poi lui tutto freddo mi dice: “Te l’avevo detto che avrei vinto almeno una medaglia“, quasi a rimproverarmi per il mio eccessivo entusiamo. Insieme poi, sulla mia auto scassata, siamo rientrati avventurosamente a Torino.







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