2012-07-26 20:01:42

Barroso: la Grecia resterà nell’eurozona. Giornata positiva per le borse europee


La Grecia è parte della famiglia europea e dell'eurozona, e così resterà. E’ quanto ha affermato il presidente della Commissione europea Barroso dopo l’incontro ad Atene con il premier ellenico Samaras. Sul versante economico, la giornata ha fatto registrare un andamento positivo dei mercati dopo le parole pronunciate dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi: la Bce - ha detto - è pronta a fare tutto il necessario per preservare l’euro. Il servizio di Amedeo Lomonaco: RealAudioMP3

La Grecia, che ha messo a punto un piano di tagli alle spese nei prossimi due anni pari a 11,6 miliardi di euro, ce la farà ma non deve far registrare ulteriori ritardi nell’attuazione degli impegni presi con il secondo programma di aiuti. Parole, quelle di Barroso, precedute da affermazioni analoghe del presidente della Banca centrale Europea, Mario Draghi. “Non è possibile immaginare - ha detto il governatore della Bce - la possibilità che un Paese esca dall'Eurozona”. L’economista Francesco Carlà:

R. – Oggi per la Grecia è stata una giornata a due facce. Da una parte, abbiamo la dichiarazione di Citygroup, una delle più importanti banche del mondo, che ha addirittura segnalato al 90 per cento le probabilità che la Grecia sia costretta a lasciare l’euro; dall’altra parte, Draghi invece ha detto che nessun Paese dovrà lasciare l’euro. Quindi la sorte della Grecia, da un punto di vista ‘politico’, si combatte tra questi due estremi; invece, da un punto di vista più interno del Paese, si scontra con dati macroeconomici sconfortanti. Credo che la politica di Samaras – per quello che se ne è capito – sia giusta, ossia. “Non andiamo a rinegoziare, già adesso, le condizioni con la Troika; proviamo a vedere di fare quello che possiamo, proviamo a fare del nostro meglio”; poi magari da condizioni migliori di quelle che il mercato in questo momento si aspetta, provare a rinegoziare un delay di tempo, cioè maggior tempo a disposizione per la Grecia per piazzare le sue riforme.

Per i mercati, quella odierna, è stata una giornata positiva. Partite in negativo, le borse europee hanno invertito la rotta dopo le dichiarazioni del presidente della Bce. Ad influire in questo cambio di marcia anche il trend positivo di Wall Street. Andamenti rassicuranti, in particolare, per Italia e Spagna, Paesi che secondo Mario Draghi hanno fatto registrare “progressi notevoli” su risanamento dei conti pubblici e riforme. Milano ha guadagnato il 5,62 %, Madrid più del 6%. Si può parlare di effetto ‘Draghi’ per spigare l’odierno andamento dei mercati? Ancora il prof. Francesco Carlà:

R. – C’è un aspetto tecnico, perché da un punto di vista dell’andamento delle borse negli ultimi giorni, erano stati molto enfatizzati i problemi e quindi i traders si erano tutti messi in posizione per guadagnare su questa enfasi. Per cui, poi, al primo accenno di Draghi hanno ricoperto le posizioni e quindi hanno ottenuto l’effetto contrario. C’è poi anche l’aspetto di quello che ha detto Draghi. Di allusioni, si tratta, al momento, perché poi non ha spiegato esattamente quello che significa la Bce “farà tutto quello che è necessario”. Non possiamo stare soltanto alle dichiarazioni di principio, peraltro ambigue, di Draghi, ma dobbiamo andar a vedere nel dettaglio quale sembra essere questo arsenale di cui Draghi dispone, o disporrebbe, per cambiare lo scenario in modo più strutturale, più radicale. Le due ipotesi più probabili sono le seguenti: che da una parte la Germania, avendo visto i suoi dati in prospettiva cominciare a diventare più preoccupanti, possa aver dato un implicito ‘via libera’ ad un’interpretazione estensiva dello statuto della Bce e, quindi, rassicurare Draghi da questo punto di vista, permettendogli di fare le dichiarazioni che ha fatto. Questa potrebbe essere un’opzione. L’altra possibilità, invece, è che la Germania si sia trovata in minoranza all’interno del board della Bce e quindi, sostanzialmente, Draghi abbia la possibilità, in politica monetaria, di intervenire.

Segnali incoraggianti anche dallo spread: il differenziale tra Btp e Bund è sceso sotto quota 480, quello tra titoli tedeschi e spagnoli è tornato sotto i 600 punti.








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