Ban Ki-moon a Srebrenica: impediamo altri crimini contro umanità
In chiusura del suo viaggio nei Paesi dell’ex Jugoslavia, il segretario generale dell'Onu,
Ban Ki-moon, si è recato stamane alle porte Srebrenica, in Bosnia, nel cimitero-memoriale
di Potocari per rendere omaggio alle circa 8 mila vittime musulmane del massacro compiuto
nel luglio 1995 dalle forze serbo-bosniache al comando del generale Ratko Mladic.
Ban, accompagnato da Bakir Izetbegovic, esponente musulmano della presidenza tripartita
bosniaca, ha deposto una corona di fiori davanti al monumento con i nomi delle migliaia
di vittime. “A Srebrenica l'Onu non ha adempiuto alle proprie responsabilità - aveva
denunciato ieri Ban Ki-moon nella sua tappa a Sarajevo - la comunità internazionale
non ha impedito il genocidio, ma ha generato una nuova determinazione della comunità
internazionale perché venga fatta giustizia, per insistere sulle responsabilità e
sulla protezione dei civili: assieme ai Paesi membri facciamo di più per impedire
i crimini''. Ban aveva quindi invitato i parlamentari bosniaci ad ascoltare la voce
dei cittadini ed a impegnarsi in un vero dialogo con i propri vicini, ma anche a lottare
contro la corruzione ''forse meno visibile o violenta della guerra ma che corrode
la fede e la fiducia che esiste nella societa'''. Concludendo in Bosnia-Erzegovina
la sua visita di una settimana in Slovenia, Croazia, Montenegro, Serbia, Kosovo e
Macedonia, Ban Ki-moon ha sottolineato che ''i Paesi della regione balcanica condividono
la lingua, la cultura e la storia” e perciò debbono “lavorare insieme per assicurare
lavoro e investimenti, nonché la verità e la giustizia”. “L'Onu – ha assicurato -
sarà vostro partner su questa strada'', precisando che le priorità della regione sono:
l'integrazione in Europa, il lavoro e la prosperità economica. ''La regione nel suo
insieme sta attraversando un processo di trasformazione e l'integrazione col resto
del mondo - ha concluso Ban - promuoverà la riconciliazione, rafforzerà il rispetto
della legge, i diritti umani e le istituzioni democratiche''. (A cura di Roberta
Gisotti)