Siria: Aleppo paralizzata dagli scontri. I cristiani nel terrore
“Da tre giorni Aleppo è paralizzata dai combattimenti. La situazione è molto grave.
Sentiamo di continuo spari. La gente è chiusa in casa, gli uffici sono chiusi, le
attività commerciali ferme. Gli scontri si stanno avvicinando ai quartieri cristiani
e sarebbe un grave pericolo per i fedeli. La gente non vuole la guerra e la violenza:
il mondo ci aiuti a ritrovare la pace!”: è l’accorata testimonianza rilasciata all’agenzia
Fides da padre Jules Baghdassarian, sacerdote greco-cattolico di Aleppo e direttore
nazionale delle Pontificie Opere Missionarie (Pom) in Siria. Il direttore afferma
che “i combattenti dell’Esercito Libero Siriano vogliono prendere il cuore di Aleppo
e nel cuore ci sono le chiese e le case dei cristiani. Le bande armate rivoluzionarie
sono in prevalenza islamiste, abbiamo testimoni oculari di ciò, e i cristiani hanno
paura di subire violenze. La gente di Aleppo non vuole la rivoluzione, ama la pace.
Famiglie cristiane e musulmane sono stanche della violenza, perché la vita è diventata
molto dura nell’ultimo anno”. Anche dal punto di vista umanitario la situazione è
critica: “Abbiamo già molti rifugiati giunti da Homs” prosegue. “Come Pontificie Opere
Missionarie abbiamo accolto e stiamo provvedendo all’assistenza di 30 famiglie di
Homs. Le chiese sono molto impegnate per l’aiuto umanitario ai rifugiati, che continuano
ad aumentare. Abbiamo grande bisogno di aiuti”. “I vescovi cattolici – riferisce padre
Jules – si incontreranno domani nell’arcivescovado greco-cattolico e credo che lanceranno
un appello per il cessate-il-fuoco e la pace. Pensiamo che la politica debba fare
qualcosa per la pace e la riconciliazione. Come cristiani, la nostra speranza è la
riconciliazione. Chiediamo alla comunità internazionale e all’Unione Europea di aiutarci
a ritrovare la pace, non di fomentare la guerra!”. (R.P.)