Messico: allarmante discriminazione nei confronti delle donne
Il vescovo ausiliare di Durango, mons. Enrique Sanchez Martinez, ha denunciato “l’allarmante
discriminazione contro le donne in Messico”, in particolare nella sua diocesi. Ha
affermato che “la violenza contro le donne a Durango è allarmante; secondo i dati
ufficiali, il tasso di morte per questo motivo è raddoppiato nel 2009, quando sono
stati registrati 6,72 omicidi ogni 100.000 abitanti”. In un comunicato diffuso dalla
Conferenza episcopale messicana (Cem) e inviato all'agenzia Fides, il presule informa
che ci sono state molte indagini e studi con approcci diversi sul tema, e anche la
Chiesa cattolica ha fatto il proprio studio. La Commissione Economica delle Nazioni
Unite per l'America Latina (Cepal), nel rapporto "Del dicho al hecho" (dalle parole
ai fatti), rileva che in 10 anni sono stati compiuti dei progressi nel riconoscimento
dei diritti delle donne, ma i funzionari e le autorità, compresi i giudici, non applicano
queste norme, così maltrattamenti, abusi e discriminazione continuano. Mons. Sanchez
Martinez ha inoltre osservato che il continente americano è ancora la regione più
diseguale e pericolosa per le donne, perché sono soggette a maltrattamenti, abusi
sessuali in ambito familiare, mortalità materna e aborti. Nel migliore dei casi, una
donna latinoamericana su 10 subisce violenze fisiche. Il tasso di fecondità è sceso
da 5,9 figli negli anni 50 a 2,4 nei primi cinque anni del nuovo secolo, ma la gravidanza
fra le adolescenti è raddoppiata. In estrema sintesi, il vescovo ha affermato che
"la povertà ha un volto femminile". Le ragioni oggettive di questa situazione sono
la persistenza di pregiudizi trasmessi attraverso la famiglia e l'educazione scolastica,
la mancanza di parità tra uomini e donne, la mancanza di protezione alla vita familiare
e alla maternità, lo sfruttamento attraverso il traffico di persone e la prostituzione.
(R.P.)