Il cordoglio del Papa per la morte del dissidente cubano Oswaldo Payá. Il cardinale
Ortega celebra i funerali
Dio “conceda consolazione e fortezza a quanti in questa ora di tristezza piangono
una tanto irreparabile perdita”: con queste parole il Papa, in un telegramma a firma
del sostituto della Segreteria di Stato mons. Angelo Becciu, ha espresso il suo cordoglio
per la morte, domenica scorsa in un incidente stradale, del dissidente cubano Oswaldo
Payá Sardiñas e di Harold Cepero Escalante. Il messaggio è stato letto ieri pomeriggio
durante i funerali celebrati nella chiesa del Divino Salvatore del Mondo all’Avana.
Il servizio di Francesca Ambrogetti:
Il Pontefice
esprime la sua vicinanza spirituale alla famiglia colpita della tragedia, invocando
la protezione di Nostra Signora della Caridad del Cobre. La Messa è stata celebrata
dall’arcivescovo della capitale cubana, il cardinale Jaime Ortega, che ha ricordato
come Payá aveva sempre cercato nella fede cristiana l’ispirazione per il suo impegno
politico. Figura emblematica dell’opposizione, il leder del Movimento Cristiano di
Liberazione è morto domenica in un incidente stradale, sulle cui cause i parenti hanno
espresso dei dubbi. “Vogliamo che sia fatta giustizia per mio padre”, ha detto la
figlia Rosa Maria. Incidenti e arresti dopo la Messa, quando - nei pressi della chiesa
del Divino Salvador del Mundo - un gruppo di persone che rendevano omaggio a Payà,
si sono scontrate con dimostranti che scandivano slogan a favore del governo. Una
cinquantina di oppositori sono stati arrestati, molti rilasciati alcune ore dopo.
Tra questi Guillermo Fariña, altra figura importante della dissidenza. La salma del
dirigente cattolico è stata sepolta nel cimitero Colon dell’Avana. Ai funerali hanno
partecipato i più noti esponenti dell’opposizione. Tra questi, le “Dame in Bianco”,
impegnate per la liberazione dei detenuti politici. “Dopo la morte di Payá dovremo
continuare a lottare più uniti che mai” ha detto un dirigente della dissidenza che
affronta la sfida di riempire il vuoto lasciato dal dirigente cattolico.