Roghi di rifiuti in Campania. Mons. Spinillo: salute a rischio, appello allo Stato
In Italia, cresce la paura nelle zone del napoletano e del casertano, dopo la pubblicazione
dei dati sugli aumenti vertiginosi dei casi di tumore nelle zone avvelenate dai roghi
di rifiuti illeciti, prodotti dalla criminalità organizzata. Al microfono di Fabio
Colagrande, il vescovo di Aversa, mons. Angelo Spinillo, si fa interprete
delle difficoltà della popolazione dell’area e torna a chiedere un intervento deciso
da parte dello Stato:
R. – E’ un momento
di grande preoccupazione. Questo accumulo di rifiuti non è avvenuto soltanto negli
ultimi giorni ma è avvenuto nel tempo, in una maniera che sembra essere addirittura
quasi programmata. Per cui, oggi vediamo questi roghi bruciare e poi sentiamo di questa
tristissima statistica che mette la nostra terra ai vertici della mortalità per tumore.
D.
– La popolazione della sua diocesi come vive questa situazione?
R. – Vive tutto
questo con grande preoccupazione, con grande timore, con ansia, però anche con un
senso di bisogno di risvegliarsi, di rinnovata esigenza di partecipazione di rinnovata
attenzione. Quelli che sono i momenti tragici che si vivono singolarmente in famiglia
sono sicuramente momenti difficili, ma perché questo non avvenga dobbiamo poter imparare
a guardare al bene comune. Bene comune vuole dire che un luogo che è stato costruito
con fondi pubblici, che è stato realizzato con l’impegno delle amministrazioni per
la vita dei cittadini, poi non può essere abbandonato a se stesso e lasciato non solo
all’incuria, ma addirittura alla mercé di chi lo fa diventare deposito di materiali
di tutti i generi. Allora, è necessario che si stia molto attenti e credo che la nostra
gente si stia attivando. Nascono associazioni, nascono coordinamenti che in maniera
ufficiale e pubblica ora dicono quale sia il problema e cercano anche una via sulla
quale potersi incamminare. La nostra preoccupazione sta nel coinvolgere quante più
persone possibile, anche persone che sono su altre posizioni di fede. La Chiesa vive
intensamente questa attenzione insieme con le persone e credo sia in questo incoraggiata.
Ci auguriamo che tutto quanto sta accadendo possa far crescere una nuova consapevolezza.
D.
– Come Chiesa voi vi appellate anche alle istituzioni perché questa vicenda dolorosa
e gravissima sia risolta il prima possibile?
R. - Il nostro appello si rivolge
alle istituzioni perché possano anzitutto essere in maggiore dialogo con i cittadini,
con i cittadini veri, e perché i cittadini possano con verità essere protagonisti
del cammino di tutta quanta la nostra comunità. Questo in modo da poter giungere anche
al cuore, alla mente e all’intelligenza di coloro che per coltivare affari non puliti
poi impongono meccanismi che portano le conseguenze che abbiamo visto.