Primo sì del Senato all'elezione diretta del presidente della Repubblica
Primo via libera da parte del Senato al semipresidenzialismo. Con i voti di Pdl, Lega
e Coesione nazionale, Palazzo Madama ha approvato l'emendamento all'art.9 del testo
delle riforme costituzionali, che prevede l'elezione diretta a suffragio universale
del presidente della Repubblica. In serata il Senato ha concluso l'esame degli emendamenti
al ddl per le riforme costituzionali. Domani le dichiarazioni di voto e il voto finale.
Il servizio di Debora Donnini:
Il capo
dello Stato eletto a suffragio universale e diretto da tutti cittadini che hanno compiuto
la maggiore età. E' la principale novità del pacchetto di emendamenti approvati oggi,
che registra l’asse fra Lega e Pdl. Si prevede anche che il presidente della Repubblica
non sia più a capo del Consiglio superiore della magistratura che sarebbe invece guidato
dal primo presidente della Corte di Cassazione. “Si tratta di una grande chance per
il paese”, afferma il segretario del Pdl Alfano. Ma nel partito ci sono le voci contrarie
di Pisanu e Saro che si sono astenuti così come Fli. Pd e Idv hanno, invece, abbandonato
i lavori per protesta mentre Udc e Api hanno votato contro. Il leader del Pd Bersani
parla di ''un diversivo senza costrutto”: “spero solo – afferma - che in questo gesto
irresponsabile, inutile e del tutto inconcludente non si facciano deroghe a quello
che dobbiamo fare subito, la riforma elettorale''. Per diventare effettiva la modifica
costituzionale ha bisogno del doppio passaggio in entrambi i rami del Parlamento.
Intanto, benchè sia già stata approvata nei giorni scorsi la norma per introdurre
il Senato federale, oggi l'aula ha messo ai voti ugualmente l'articolo 12 del ddl
che parla ancora della commissione paritetica per le questioni regionali. L'articolo,
a questo punto, era invece da considerarsi decaduto.