Terremoto in Emilia: al via il piano-casa, iniziato smantellamento delle tendopoli
Ancora scosse di terremoto, seppur lievi, si registrano in Emilia Romagna, ma ora
all’ordine del giorno c’è l’impegno per ricostruire e tornare ad abitare i centri
storici. Il Commissario straordinario per l’emergenza, Vasco Errani, dopo il vertice
con i sindaci ha chiesto allo Stato altri 6 miliardi di euro oltre ai 2,5 già stanziati
per gestire in primo luogo il piano-casa. Ancora 45 mila sono gli sfollati e circa
13 mila le case inagibili. Intanto, tra mille difficoltà, è iniziata la dismissione
di alcune tendopoli, per esempio quella del centro storico di San Felice sul Panaro,
come racconta - al microfono di Gabriella Ceraso -Paolo Diani, responsabile,
per le Misericordie d’Italia, di uno dei campi del Comune:
R. - Si sta
cominciando a smantellare i campi all’interno del centro storico per cominciare, eventualmente,
a rimettere in sicurezza e a ricostruire la zona. È anche un segnale forte per convincere,
chi ha la casa agibile, a rientrare.
D. - Quanti campi attivi ci sono ora a
San Felice sul Panaro?
R. - Attualmente tre, con circa 900 persone. C’è ancora
una buona parte di immigrati che hanno iniziato peraltro il Ramadan e che quindi si
incontrano in quelle aree destinate alla preghiera e alla festa, e nello stesso tempo,
ci sono ancora in campo tanti emiliani.
D. - E tutto intorno Finale, San Posidonio,
Cavezzo... Quali sono le previsioni sugli smantellamenti in programma?
R.
- La Regione Toscana dovrebbe chiudere San Posidonio mercoledì e si cerca - anche
laddove ci sono più campi - di smantellare almeno un campo, per iniziare a dare certezza
alla gente che l’emergenza è finita.
D. - Qual è l’umore della gente?
R.
- Nonostante tutto, c’è un clima di paura. Però mi sembra che nel contesto - vuoi
per quello che riguarda il lavoro, vuoi per l’idea con cui è stato assunto tutto questo
terremoto - mi pare ci sia da parte degli emiliani la voglia di ripresa.
D.
- Tra l’uso di case sfitte e la costruzione di case provvisorie, quale pensa sia la
cosa più opportuna?
R. - Ricostruire le case laddove erano, in modo sicuro
e diverso. Non credo nel dover fare tanti campi o tanti prefabbricati, anche perché
rimangono come dei ghetti.