Congo: il primo agosto “marcia della speranza” promossa dai vescovi
Una marcia della speranza per dire no alla balcanizzazione della Repubblica Democratica
del Congo: è l’iniziativa lanciata, per il 1° agosto, dalla Conferenza episcopale
del Paese (Cenco), per rispondere al conflitto in corso con i ribelli indipendentisti
del movimento “M23”. Richiamando “all’unità e all’indivisibilità della nazione congolese”,
i vescovi invitano quindi i fedeli di tutte le parrocchie, in ogni diocesi, ad aderire
all’iniziativa, auspicando che “nessun incivile disturbi lo svolgimento del corteo”.
A precedere la marcia della speranza, inoltre, sarà un triduo di preghiera “per la
pace, l’unità e l’integrità del territorio” che avrà luogo in ogni Chiesa a partire
dal 30 luglio, con la recita, alla fine di ogni Santa Messa, di un’invocazione alla
pace. Inoltre, la Cenco ha stabilito di avviare una raccolta fondi per tutte le diocesi
più colpite dall’attuale conflitto; l’appello, quindi, è “alla coscienza di tutti
i congolesi affinché siano solidali con i fratelli che continuano a subire, in maniera
ingiusta, i disastri provocati dalla guerra”. Non solo: i vescovi hanno in programma
di portare avanti anche un’azione di advocacy a livello nazionale ed internazionale,
compresi l’Onu, l’Unione Europea e l’Unione Africana, per sensibilizzare i governanti
sulla situazione della Repubblica democratica del Congo. Infine, il presidente della
Cenco, mons. Nicolas Djomo, insieme ai vescovi delegati, si recherà in visita pastorale
nelle province ecclesiastiche colpite dal conflitto per portare la solidarietà della
Chiesa nazionale. “La speranza è l’antidoto ad ogni fatalità”, affermano i presuli
che, fiduciosi nel futuro radioso della nazione, invitano tutti i fedeli “a fare lo
stesso sogno, ovvero riconoscere che, qualunque sia la situazione attuale, nel Paese
arriverà la pace”. Con l’obiettivo di “consolidare una pace duratura nella regione”,
quindi, oggi si terrà a Nairobi, in Kenya, un incontro dei vescovi provenienti da:
Repubblica Democratica del Congo, Rwanda, Burundi e Uganda. Al meeting parteciperanno
anche i responsabili protestanti ed ortodossi. (I.P.)