Congo: chiuso il confine nel Nord Kivu. Gli Usa sospendono gli aiuti militari al Rwanda
Il ministro dell’Interno Richard Muyej Mangez ha decretato la chiusura della dogana
di Bunagana, località al confine con l’Uganda, dal 6 luglio sotto il controllo dei
ribelli del Movimento del 23 marzo (M23): lo riferisce l’emittente locale ‘Radio Okapi’,
precisando che su questo il ministro ha scritto al governatore della provincia del
Nord-Kivu (est), Julien Paluku. A questo punto - riferisce l'agenzia Misna - gli operatori
economici dovranno transitare per i posti di confine di Ishasha a Rutshuru, di Kasindi
a Beni, o di Grandi e Piccole Barriere a Goma. Il provvedimento governativo priverà
gli insorti di un’importante fonte di reddito: ogni mese la dogana di Bunagana ha
un fatturato che va dai 500.000 ai 700.000 dollari. E’ proprio da Bunagana che il
coordinatore del ‘M23’, Jean-Marie Runiga, ha rivolto un messaggio al governo congolese
e alla comunità internazionale. Negli ultimi giorni hanno rafforzato le proprie posizioni
grazie al sostegno di altri movimenti armati attivi nei Kivu, tra cui alcune fazioni
Mayi Mayi. Runiga ha respinto le accuse di reclutamento di bambini da parte della
sua formazione: “Chiediamo l’apertura di un’inchiesta indipendente. Nei nostri ranghi
non ci sono bambini soldato, potete verificare. Ce la prenderemo con le truppe della
missione internazionale” ha dichiarato il capo ribelle. Ma l’instabile situazione
nell’est congolese sta avendo ripercussioni sull’intera regione, a cominciare dai
confinanti Uganda e Rwanda. Diversi rapporti pubblicati nelle ultime settimane anche
dall’Onu hanno evidenziato la responsabilità diretta di Kigali nello scenario del
Nord-Kivu per sostegni di vario genere forniti al Movimento del 23 marzo. Ieri, in
quello che viene letto come una prima sanzione, il governo di Washington ha sospeso
il suo aiuto militare al Rwanda, più stretto alleato nella regione dei Grandi Laghi.
“Alla luce delle informazioni in base alle quali il Rwanda sostiene gruppi armati
in Congo, il dipartimento di Stato ha deciso di sospendere i finanziamenti militari
per l’anno in corso” si legge in un comunicato ufficiale. I fondi sbloccati da Washington
per il 2012, circa 164.000 euro, erano destinati a una scuola militare ruandese. Non
si è fatta aspettare la risposta del governo di Kigali: “Deploriamo la decisione dei
nostri amici americani fondata su false e cattive informazioni. Come lo abbiamo detto
sin dall’inizio, il Rwanda non è né la causa né il complice dell’instabilità nell’est
congolese” ha insistito il ministro degli Esteri, Louise Mushikiwabo, annunciando
per la prossima settimana un incontro con esperti dell’Onu. Il Movimento del 23 marzo
è stato creato da soldati ammutinati che sono per lo più ex membri di una precedente
ribellione tutsi, quella del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) del
generale latitante Bosco Ntaganda – ricercato dalla Corte Penale Internazionale –
integrata nell’esercito tre anni fa. Tra il 2008 e il 2009 il Cndp era ritenuto vicino
al Rwanda che lo finanziava per combattere in territorio congolese i ribelli hutu
delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr), fuggiti dal Paese delle
mille colline dopo il genocidio del 1994. (R.P.)