Nigeria: i fedeli laici protagonisti della nuova evangelizzazione
I fedeli laici esercitino attivamente il loro apostolato, in risposta alla sfida della
nuova evangelizzazione: è questo l’appello lanciato dalla Conferenza episcopale della
Nigeria che, nei giorni scorsi, ad Abuja, ha tenuto il primo Seminario nazionale sull’apostolato
laico. L’evento era dedicato al tema “I fedeli laici protagonisti della nuova evangelizzazione
in Africa”. Ad introdurre i lavori, il messaggio di mons. Paulinus Ezeokafor, presidente
della Commissione episcopale per i laici, il quale ha identificato due principali
sfide della nuova evangelizzazione, ovvero “la persistenza di un’idea della Chiesa
pre-conciliare, in cui il ruolo dei laici sembrava consistere nel pregare ed obbedire
alla gerarchia; e una visione ristretta, suddivisa in compartimenti stagni, dell’evangelizzazione
e della vita cristiana”. Affinché la realtà laica “diventi protagonista della nuova
evangelizzazione”, invece, continua mons. Ezeokafor, “bisogna anche trovare il modo
di approfondirne la spiritualità, in modo che ogni attività dei laici sia collegata
a Dio e diventi un mezzo per glorificare il Signore”. Facendo riferimento, poi, all’Esortazione
apostolica post-sinodale “Africae munus” di Benedetto XVI, il presule richiama la
necessità, per il laicato, di avere una buona conoscenza della dottrina sociale della
Chiesa che contribuisce allo svolgimento di un apostolato efficace in tutti i suoi
aspetti. Quanto al problema della compartimentazione dell’evangelizzazione, mons.
Ezeokafor sottolinea che “esso è un pericolo che tutti i cristiani corrono, poiché
essi partecipano, sì, a tutte le attività della Chiesa, ma poi non riescono a tradurre
la loro cristianità in un’azione concreta nei loro diversi ambiti della vita. E questo
accade - continua il presule - perché i buoni cristiani sembrano dismettere i loro
abiti cristiani nel momento in cui fanno politica e vogliono rimanere in carica”.
La conseguenza, ribadisce il vescovo nigeriano, è che “queste persone sembrano vivere
vite separate e muoversi da un compartimento all’altro. Il cristianesimo, che dovrebbe
essere lievito, rimane circoscritto e limitato alla Chiesa e alle pratiche rituali,
senza essere efficace nella sfera socio-economica, culturale e politica”. Di qui,
l’appello di mons. Ezeokafor affinché “cada il muro di separazione che divide le pratiche
cristiane e la vita quotidiana”, così che la nuova evangelizzazione raggiunga, con
la Parola di Dio, tutti i fedeli. (I.P.)