2012-07-20 15:07:34

Vescovo peruviano chiede intervento del Congresso americano sul caso minerario di La Oroya


“Una fonderia di proprietà degli Stati Uniti ha contaminato l'aria, il suolo e l'acqua della città di La Oroya, in Perù. Il fatto merita la sorveglianza e misure correttive da parte del Congresso degli Stati Uniti, secondo un vescovo peruviano che ha presentato una testimonianza alla Sottocommissione della Camera per l'Africa, la salute mondiale e i Diritti Umani, il 19 luglio”: inizia così la nota inviata all’Agenzia Fides dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, precisando inoltre che il complesso metallurgico di La Oroya è proprietà della società statunitense Doe Run dal 1997. Mons. Pedro Ricardo Barreto, arcivescovo di Huancayo e presidente del Dipartimento Giustizia e Solidarietà della Conferenza Episcopale Latinoamericana (CELAM), dopo aver presentato la sua istanza alla Sottocommissione della Camera, parlando con i giornalisti ha detto che il Congresso “può ricoprire un ruolo vitale e che dà speranza, in solidarietà con il popolo del Perù, rispettando le norme ambientali e di controllo, in modo che gli esseri umani possano vivere con dignità e recuperare un ambiente sano”. “Sicuramente il popolo del Perù, i suoi lavoratori e i residenti, devono condividere i benefici delle industrie minerarie e non essere danneggiati da tali attività” ha detto l'arcivescovo. “Il degrado ambientale fa ammalare la popolazione, avvelena l'aria e i fiumi, trasforma la fertile terra agricola in modo tale che non può più essere coltivata". Mons. Barreto ha inoltre riferito alla stampa internazionale che il complesso minerario è in funzione da 87 anni, e per 65 è stato gestito da aziende statunitensi, “quindi il Congresso degli Stati Uniti ha una responsabilità non legale, ma etica, di collaborare con il governo peruviano per richiedere i controlli ambientali”. Il viaggio di mons. Barreto è stato sponsorizzato dal Catholic Relief Services (CRS) e dalla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti.







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