Spagna in piazza contro l'austerità. Via libera da Berlino agli aiuti da 100 miliardi
per Madrid
La Spagna si mobilita contro il rigore deciso dal governo Rajoy. Ieri sera migliaia
di persone hanno invaso le piazze di diverse città, almeno 100mila solo a Madrid.
Una protesta seguita alle dichiarazioni del ministro dell’economia Montoro per il
quale solo l’intervento della Bce ha evitato il fallimento del Paese. Intanto la Germania
ha dato il via libera agli aiuti per le banche di Madrid e proprio la ricapitalizzazione
degli istituti di credito sarà oggi al centro dell’Eurogruppo. Benedetta Capelli:
Arresti, feriti,
cassonetti divelti e barricate. E’ quello che rimane della notte di protesta inscenata
in tante città spagnole, in primis Madrid. Una marea umana – dicono alcuni testimoni
– che ha contestato il piano di rigore di 65 miliardi del premier Rajoy che prevede
la soppressione delle tredicesime, la riduzione di ferie e permessi per gli statali
e l’aumento dell’Iva al 21%. “Ci sta derubando”: uno degli slogan gridati contro Rajoy
e a far salire il termometro ieri sono state le parole del ministro dell’economia
Montoro per il quale non ci sono soldi nelle casse della Spagna per pagare i servizi
pubblici. “Se la Bce non avesse comprato i titoli di stato – ammette – saremmo falliti”.
Tra l’altro l’asta dei titoli si è chiusa al di sotto dell’obiettivo di 3miliardi,
con domanda in calo e tassi in crescita. Ieri, tra i timori di un contagio in arrivo
da Madrid sull’Eurozona, il Bundestag ha detto sì agli aiuti per la ricapitalizzazione
del sistema bancario. Di Spagna si discute oggi all’Eurogruppo, i ministri dell’economia
saranno riuniti in teleconferenza, per approvare un memorandum d'intesa sulla ristrutturazione
globale del sistema finanziario.
Sulla situazione spagnola Paolo Ondarza
ha intervistato Giuseppe Di Taranto, docente di Storia dei sistemi finanziari
all’Università Luiss Guido Carli:
R. – La Spagna
ormai vive una situazione di congiuntura economica gravissima che sfiora più che la
recessione, una crisi strutturale al pari – tutto considerato – della Grecia. C’è
però da dire che ancora una volta si tende a salvare le banche con una loro ripatrimonializzazione.
Perché questo accade? Perché le banche posseggono nei loro portafogli titoli stranieri
e ovviamente si vuole che questi titoli in qualche maniera non si svalutino. Chi possiede
titoli della Spagna? Principalmente Francia e Germania: esattamente come è accaduto
per la Grecia. La Grecia non è stata fatta fallire perché il fallimento di Atene avrebbe
comportato un dimezzamento del valore dei titoli che erano nei portafogli delle banche
tedesche e francesi.
D. – Quindi le misure dell'Ue non vanno a salvare la Spagna…
R.
– No: salvano le banche! La verità è che oggi molto si sta facendo, ma questo molto
è sempre a favore del sistema bancario. Lo dimostra il fatto che il tenore di vita,
dappertutto, sta scendendo moltissimo: pensi proprio alla Spagna, pensi proprio alla
Grecia. E ciò che non si riesce a capire è che l’austerità non potrà mai mettere in
moto la crescita.
D. – Che cosa ne è dello spirito comunitario, a questo punto,
viene da chiedersi?
R. – Ma, guardi, lo spirito comunitario – le parlo con
molta chiarezza – non esiste!
D. – Professore, l’ennesima dimostrazione della
debolezza dell’unione monetaria?
R. – L’unione monetaria europea si basa su
un Trattato che è sbagliato e male interpretato. Il Trattato di Maastricht fu approvato
20 anni fa, esattamente il 7 febbraio. I due parametri fondamentali erano il rispetto
del rapporto deficit-pil al 3% e debito-pil al 60%. Ebbene, al 31 dicembre del 1991
– quindi sostanzialmente un mese prima dell’approvazione del Trattato – di questi
dodici Paesi, cinque non rispettavano il rapporto deficit-pil, quattro non rispettavano
il rapporto debito-pil. Così è nato il Trattato di Maastricht.
D. – Professore,
diceva che le misure di austerity non risolvono; ciò che risolve è l’investimento
nella crescita. La manovra da 65 miliardi che il governo Rajoy si appresta a portare
avanti è duramente contestata dagli statali. E’ necessaria, questa manovra?
R.
– Io mi permetto di dire che è duramente contestata – ripeto le sue parole – e a mio
avviso anche giustamente contestata …
D. – … ma che alternativa c’è?
R.
– Certo, bisogna evitare gli sprechi. Ma senza crescita noi non risolveremo mai i
problemi dell’occupazione, non risolveremo mai il problema di tornare a livelli di
vita medi come li avevamo prima della introduzione della moneta unica europea.
D.
– Secondo lei, è il caso di tornare indietro?
R. – No. Ma evidentemente, neanche
si può andare avanti così! Cosa si è fatto fino adesso per cambiare la Bce? Nulla.
E c’è stato sicuramente troppo ottimismo nell’adottare la moneta unica.