2012-07-20 08:12:16

Spagna in piazza contro l'austerità. Via libera da Berlino agli aiuti da 100 miliardi per Madrid


La Spagna si mobilita contro il rigore deciso dal governo Rajoy. Ieri sera migliaia di persone hanno invaso le piazze di diverse città, almeno 100mila solo a Madrid. Una protesta seguita alle dichiarazioni del ministro dell’economia Montoro per il quale solo l’intervento della Bce ha evitato il fallimento del Paese. Intanto la Germania ha dato il via libera agli aiuti per le banche di Madrid e proprio la ricapitalizzazione degli istituti di credito sarà oggi al centro dell’Eurogruppo. Benedetta Capelli: RealAudioMP3

Arresti, feriti, cassonetti divelti e barricate. E’ quello che rimane della notte di protesta inscenata in tante città spagnole, in primis Madrid. Una marea umana – dicono alcuni testimoni – che ha contestato il piano di rigore di 65 miliardi del premier Rajoy che prevede la soppressione delle tredicesime, la riduzione di ferie e permessi per gli statali e l’aumento dell’Iva al 21%. “Ci sta derubando”: uno degli slogan gridati contro Rajoy e a far salire il termometro ieri sono state le parole del ministro dell’economia Montoro per il quale non ci sono soldi nelle casse della Spagna per pagare i servizi pubblici. “Se la Bce non avesse comprato i titoli di stato – ammette – saremmo falliti”. Tra l’altro l’asta dei titoli si è chiusa al di sotto dell’obiettivo di 3miliardi, con domanda in calo e tassi in crescita. Ieri, tra i timori di un contagio in arrivo da Madrid sull’Eurozona, il Bundestag ha detto sì agli aiuti per la ricapitalizzazione del sistema bancario. Di Spagna si discute oggi all’Eurogruppo, i ministri dell’economia saranno riuniti in teleconferenza, per approvare un memorandum d'intesa sulla ristrutturazione globale del sistema finanziario.


Sulla situazione spagnola Paolo Ondarza ha intervistato Giuseppe Di Taranto, docente di Storia dei sistemi finanziari all’Università Luiss Guido Carli: RealAudioMP3

R. – La Spagna ormai vive una situazione di congiuntura economica gravissima che sfiora più che la recessione, una crisi strutturale al pari – tutto considerato – della Grecia. C’è però da dire che ancora una volta si tende a salvare le banche con una loro ripatrimonializzazione. Perché questo accade? Perché le banche posseggono nei loro portafogli titoli stranieri e ovviamente si vuole che questi titoli in qualche maniera non si svalutino. Chi possiede titoli della Spagna? Principalmente Francia e Germania: esattamente come è accaduto per la Grecia. La Grecia non è stata fatta fallire perché il fallimento di Atene avrebbe comportato un dimezzamento del valore dei titoli che erano nei portafogli delle banche tedesche e francesi.

D. – Quindi le misure dell'Ue non vanno a salvare la Spagna…

R. – No: salvano le banche! La verità è che oggi molto si sta facendo, ma questo molto è sempre a favore del sistema bancario. Lo dimostra il fatto che il tenore di vita, dappertutto, sta scendendo moltissimo: pensi proprio alla Spagna, pensi proprio alla Grecia. E ciò che non si riesce a capire è che l’austerità non potrà mai mettere in moto la crescita.

D. – Che cosa ne è dello spirito comunitario, a questo punto, viene da chiedersi?

R. – Ma, guardi, lo spirito comunitario – le parlo con molta chiarezza – non esiste!

D. – Professore, l’ennesima dimostrazione della debolezza dell’unione monetaria?

R. – L’unione monetaria europea si basa su un Trattato che è sbagliato e male interpretato. Il Trattato di Maastricht fu approvato 20 anni fa, esattamente il 7 febbraio. I due parametri fondamentali erano il rispetto del rapporto deficit-pil al 3% e debito-pil al 60%. Ebbene, al 31 dicembre del 1991 – quindi sostanzialmente un mese prima dell’approvazione del Trattato – di questi dodici Paesi, cinque non rispettavano il rapporto deficit-pil, quattro non rispettavano il rapporto debito-pil. Così è nato il Trattato di Maastricht.

D. – Professore, diceva che le misure di austerity non risolvono; ciò che risolve è l’investimento nella crescita. La manovra da 65 miliardi che il governo Rajoy si appresta a portare avanti è duramente contestata dagli statali. E’ necessaria, questa manovra?

R. – Io mi permetto di dire che è duramente contestata – ripeto le sue parole – e a mio avviso anche giustamente contestata …

D. – … ma che alternativa c’è?

R. – Certo, bisogna evitare gli sprechi. Ma senza crescita noi non risolveremo mai i problemi dell’occupazione, non risolveremo mai il problema di tornare a livelli di vita medi come li avevamo prima della introduzione della moneta unica europea.

D. – Secondo lei, è il caso di tornare indietro?

R. – No. Ma evidentemente, neanche si può andare avanti così! Cosa si è fatto fino adesso per cambiare la Bce? Nulla. E c’è stato sicuramente troppo ottimismo nell’adottare la moneta unica.







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