2012-07-19 12:51:20

Siria, è una discesa agli inferi, necessaria unanimità internazionale per la fine delle violenze: così il nunzio a Damasco


La guerra è ormai arrivata nel cuore di Damasco. Ascoltiamo la testimonianza del nunzio in Siria, l’arcivescovo Mario Zenari, raggiunto telefonicamente nella capitale da Hélène Destombes:RealAudioMP3

R. – Oggi (ieri, ndr), alle 3.00 del mattino, sono stato svegliato da esplosioni molto, molto potenti… Non so dove fossero, ma certamente erano nella prossima periferia di Damasco. Forti esplosioni che sono continuate fino alle 9.00 circa, insieme a colpi di artiglieria pesante, colpi di mitragliatrici…. La giornata è cominciata in maniera veramente drammatica! La gente ha paura e chi è venuto a lavorare qui mi diceva che ha visto lungo la strada camioncini pieni di gente che fugge soprattutto dai posti che sono maggiormente attaccati e vanno nei giardini pubblici o nei parchi per dormire nelle zone più sicure. E’ una situazione molto grave quella che si sta vivendo in questi giorni a Damasco. Speriamo nell’aiuto della Comunità internazionale: la Comunità internazionale deve trovare un’unanimità per aiutare la Siria a uscire da questa terribile spirale di violenza. Sì, spero che la Comunità internazionale arrivi finalmente ad un consenso unanime per trovare la via più giusta e più rapida per far cessare la violenza: quello che vediamo e che constatiamo ogni giorno è che la violenza chiama altra violenza. Per quanto riguarda la situazione qui, dove si trova la nunziatura apostolica così come le altre ambasciate, posso dire che è una località che finora è abbastanza risparmiata dal conflitto a Damasco: anche se l’attentato che c’è stato ieri, si è verificato a circa 300-400 metri dalla nunziatura apostolica. Una cosa che mi ha fatto pensare è che si sentono tante esplosioni – anche ieri – ma questa dell’attentato, malgrado sia stato qui vicino, non si è sentita. Questo vuol dire che l’attentato è stato compiuto in maniera particolare, ma che non so adesso spiegare.

D. – Gli eventi si sono accelerati: si può pensare che il Paese si trova ora sulla soglia di un grande cambiamento?

R. – Ho sentito tanti commenti, ma direi che è difficile – a mio avviso – prevedere che cosa succederà: alcuni dicono che quanto sta succedendo rappresenta una svolta, ma può succedere tutto… Teniamo presente che questi fatti si stanno verificando proprio alla vigilia del Ramadan. Le esplosioni che sentiamo, i colpi di artiglieria pesante che sentiamo, fanno comprendere la gravità della situazione, ma che la crisi sia ad una svolta e che si debbano attendere in breve tempo dei cambiamenti è difficile prevederlo. E’ difficile prevedere se la strada sarà ancora lunga e se sarà ancora lunga la sofferenza. Quando penso a qualche mese fa, si guardava in avanti per vedere la fine del tunnel, per vedere se c’era qualche luce che indicasse la fine di questo terribile tunnel; adesso se posso dire un’esperienza personale, viene quasi spontaneo chiudere gli occhi, perché ci si accorge che siamo in una discesa e quando si è su di una discesa c’è da prevedere che in fondo alla discesa ci sia luce. Spero e speriamo che con l’aiuto della comunità internazionale possa essere arrestata questa terribile discesa, che come qualche volte ho detto, è verso gli inferi!

Ultimo aggiornamento del 20 luglio 2012







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