2012-07-19 14:29:21

Rossella Urru attesa a Roma. Il parroco di Samugheo: gioia e commozione grandi


Rossella Urru arriva oggi a Roma. Dopo 270 giorni di prigionia, è stata rilasciata ieri con gli altri due cooperanti spagnoli, Ainhoa Fernandez de Ruincon ed Eric Gonyalons, rapiti il 23 ottobre scorso nel sud dell’Algeria. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, che come il presidente Napolitano ha seguito da vicino la vicenda, parla di successo dell’Italia nella lotta contro il terrorismo internazionale. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3

I tre, che sono stati liberati nel Nord del Mali, sono stati trasferiti stamane nella capitale del Burkina Faso. Da lì nel pomeriggio Rossella Urru, che - si fa sapere - sta bene, arriverà a Roma. In Algeria, dove era stata rapita 9 mesi fa, lavorava da due anni come cooperante del Comitato Internazionale per lo sviluppo dei popoli, Cisp. La donna – ha detto il vescovo di Oristano, mons. Ignazio Sanna – è entrata nel cuore di tante famiglie per la sua passione umanitaria che onora la migliore tradizione di generosità e altruismo dei sardi”. A Samugheo, Paese di origine in Sardegna, si è festeggiato tutta la notte. Paolo Ondarza ha raggiunto il parroco don Alessandro Floris, vicino in questi mesi ai genitori di Rossella Urru:

“La gioia e la commozione sono grandi, per questa bellissima notizia. Noi ci siamo incontrati per ben 9 mesi, ogni settimana, per gli incontri di preghiera e adesso ci incontreremo per dire ‘grazie’.”

Di Rossella Urru il parroco dice:

“Rossella, cooperatrice italiana, era lì non tanto per lavoro, che è importante, ma – secondo me – anche per uno spirito di missione, per la spinta a dare una mano, un aiuto alle persone più bisognose. Qualcuno mi chiedeva: ‘Rossella, partirà nuovamente?’ E’ difficile da dire ora. Non è detto, ma può darsi di sì”.

Rossella Urru, come gli altri due spagnoli, lavorava nel campo in Algeria per la più grande comunità di saharawi, gli abitanti dell'ex Sahara spagnolo che non accettano la sovranità marocchina. Oggi anche il governo della Rasd (Repubblica araba Saharawi democratica) e la direzione del Fronte Polisario, “così come l'insieme del popolo saharawi”, hanno espresso, in una nota, la loro soddisfazione per la liberazione sottolineando l’impegno umanitario a favore del popolo saharawi. E c’è da dire che sono stati sequestrati da uno dei gruppi islamisti che dichiarano di sostenere il popolo saharawi. D’altra parte vicende come queste aprono sempre una serie di interrogativi, tra cui anche quello sulle presunte trattative segrete. In questo caso di certo c’è che il piccolo gruppo, poco noto, autore del sequestro in Algeria ha dimostrato di avere radici nel Nord del Mali, roccaforte jihadista, e ha ottenuto notorietà.







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