Polonia: messaggio cattolico-ortodosso per la riconciliazione dei popoli russo e polacco
Non una richiesta di perdono, ma un invito ai fedeli polacchi e russi a leggere in
una prospettiva cristiana la loro storia secolare comune, anche se conflittuale, per
affrontare insieme le sfide del futuro. Questo vuole essere in sostanza il messaggio
dell’appello comune per la riconciliazione tra i due popoli che sarà firmato il prossimo
17 agosto a Varsavia dal Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill e dal presidente
della Conferenza episcopale polacca mons. Józef Michalik. La firma avverrà in occasione
di quella che sarà la prima visita di un capo della Chiesa ortodossa russa in Polonia,
dal 16 al 19 agosto. A spiegare il senso del documento, frutto di più di due anni
di incontri e discussioni, e le sue implicazioni per il futuro dei rapporti tra i
due popoli e le rispettive Chiese è mons. Henryk Muszyński, intervistato dall’agenzia
cattolica polacca Kai. Nell’intervista l’arcivescovo emerito di Gniezno sottolinea
che l’iniziativa si inserisce in un contesto storico molto diverso da quello in cui,
nella metà degli anni Sessanta, è maturato lo storico messaggio dei vescovi polacchi
all’episcopato tedesco “Noi perdoniamo e chiediamo perdono” che ha posto le basi per
la riconciliazione dei due popoli. I tempi per una simile richiesta di perdono – spiega
– sono ancora prematuri: troppo diversa resta ancora la lettura della storia e in
particolare dei totalitarismi nazista e comunista che hanno segnato la Russia e la
Polonia nel secolo passato. Per questo il messaggio non si sofferma tanto sulle analisi
storiche, ma parte piuttosto da una prospettiva di fede, sottolineando le radici
cristiane dell’unità. “Il punto di partenza di questo processo – dice mons. Muszyński
nell’intervista – è la fede comune, la convinzione che come Chiese, siamo già unite
in Cristo che ci ha dato come comandamento la missione dell’unità del mondo”. Quattro
quindi le indicazioni del messaggio per concretizzare questo obiettivo: la sottolineatura
che “non è solo la vicinanza secolare che unisce i due popoli, ma anche il ricco patrimonio
cristiano dell’Oriente e dell’Occidente”. In secondo luogo, c’è “l’esortazione alla
fiducia reciproca, senza la quale l’unità è impossibile”. C’è poi “l’appello alla
conversione interiore a Dio e a liberarsi da ogni pregiudizio che ostacola l’incontro
reciproco”. Ma soprattutto, c’è l’invitoal perdono: “Si tratta – sottolinea mons.
Muszyński - di un appello che rivolgiamo ai credenti, ma prima di tutto a Dio perché
ci aiuti a perdonarci reciprocamente i nostri peccati”. La dichiarazione esorta i
fedeli ortodossi e cattolici anche ad una testimonianza comune per difendere i valori
cristiani contro il crescente indifferentismo religioso e il dilagare del secolarismo
e quindi a rispondere insieme alle sfide che devono affrontare le due Chiese, in primo
luogo la difesa della dignità e della vita umana e del matrimonio. Ma dal documento
emerge, innanzitutto, l’appello, a tutta l’Europa, alla comune testimonianza della
speranza di Cristo risorto, richiamato da Giovanni Paolo II nella sua esortazione
apostolica “Ecclesia in Europa”. “Compito fondamentale delle nostre Chiese oggi”,
conclude mons. Muszyński. (A cura di Lisa Zengarini)