Liberati in Mali Rossella Urru e gli altri due cooperanti spagnoli rapiti in Algeria
Rossella Urru è libera: dopo 270 giorni di prigionia, è stata rilasciata con gli altri
due cooperanti spagnoli Ainhoa Fernandez de Ruincon e Eric Gonyalons rapiti il 23
ottobre nel sud dell’Algeria. Lavoravano nel campo Rabouni dove c'è la più grande
comunità di saharawi, gli abitanti dell'ex Sahara spagnolo che non accettano la sovranità
marocchina. Il servizio di Fausta Speranza:
I
tre cooperanti liberati nel Nord del Mali sono stati trasferiti stamane nella capitale
del Burkina Faso e poi arriveranno a Roma. Ieri: le voci sulla liberazione poi la
conferma del Ministro Terzi con la soddisfazione delle più alte autorità italiane.
E le manifestazioni di gioia a Samugheo, il Paese di origine della Urru in Sardegna:
Paolo Ondarza ha parlato con il parroco don Alessandro Floris, vicino
in questi mesi ai genitori di Rossella Urru:
“La gioia e la commozione sono
grandi, per questa bellissima notizia. Noi ci siamo incontrati per ben 9 mesi, ogni
settimana, per gli incontri di preghiera e adesso ci incontreremo per dire ‘grazie’.
Rossella, cooperatrice italiana, era lì non tanto per lavoro, che è importante, ma
– secondo me – anche per uno spirito di missione, per la spinta a dare una mano, un
aiuto alle persone più bisognose. Qualcuno mi chiedeva: ‘Rossella, partirà nuovamente?’
E’ difficile da dire ora. Non è detto, ma può darsi di sì”.
Vicende come
queste aprono sempre una serie di interrogativi, tra cui anche quello sulle presunte
trattative segrete. In questo caso di certo c’è che il piccolo gruppo poco noto autore
del sequestro in Algeria ha dimostrato di avere radici nel Nord del Mali, roccaforte
jihadista.