2012-07-19 14:00:52

Filippine: messaggio del movimento interreligioso “Silsilah” per il Ramadan


“Il Ramadan è per tutti un'occasione per riflettere, per trovare un significato spirituale della vita. Per il musulmano è un obbligo, per altri è una sfida. Il Movimento ‘Silsilah’ ha sempre sottolineato l'aspetto spirituale della vita. Questa è un’occasione per riflettere sull'importanza della spiritualità della vita-in-dialogo, e aiutare i musulmani e cristiani a far tesoro della loro fede”: è quanto afferma un messaggio inviato all’agenzia Fides e diffuso dal Movimento per il dialogo islamo-cristiano “Silsilah”, in occasione del mese del Ramadan, che la comunità islamica vivrà nel periodo dal 20 luglio al 18 agosto. Il movimento “Silsilah” è stato fondato nel Sud delle Filippine, sull’isola di Mindanao, dal missionario del Pime (Pontificio Istituto Missioni Estere) padre Sebastiano D’Ambra, insieme con alcuni leader musulmani, e opera da 25 anni per la formazione dei giovani e per l’armonia sociale e religiosa. Opera in un contesto, le Filippine Sud, di forti tensioni, dato che il territorio ospita una consistente componente islamica (circa 6 milioni di persone), che ha dato vita anche a movimenti guerriglieri indipendentisti. L’opera del dialogo è attualmente ben sviluppata a Mindanao: come appreso da Fides, il “Consiglio Interreligioso dei Leader” di Zamboanga , in un recente incontro ha rimarcato alcuni elementi fondamentali e i benefici del mese di Ramadan: l'accento sullo spirito di sacrificio, il pentimento per i peccati, la comunione con Dio, l'amore verso Dio e verso il prossimo, la necessità di dare tempo alla meditazione, il perdono e la carità, l'obbligo di digiunare, la purificazione spirituale, la virtù della tolleranza verso le altre fedi. Tali valori, hanno concordato i leader cristiani e musulmani del Consiglio, avvicinano i credenti di religioni diverse. In vista del Ramadan, “i cristiani sono invitati a comprendere meglio la religione dell'Islam e apprezzare di più il cammino spirituale della comunità musulmana” rimarcano. I capi musulmani hanno ammesso che “l’islam è spesso usato anche da membri della nostra religione per i propri scopi e interessi” e che “violenza e abusi compromettono la libertà di religione e il nome stesso della religione”. Per questo auspicano che “lo spirito del Ramadan possa condurre alla ricerca dei modi migliori per costruire legami di amicizia con i cristiani, frutto di amore e compassione vicendevole”. (R.P.)







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