2012-07-19 14:02:39

Filippine: la Chiesa interviene sui conflitti nati dopo la riforma agraria


Il vescovo di Isabela, mons. Martin Jumoad, è intervenuto, attraverso un’intervista all’agenzia AsiaNews, in merito ai recenti episodi di violenza scoppiati nell’isola di Mindanao, nelle Filippine, che hanno provocato cinque vittime in seguito all’applicazione della riforma agraria. Il 15 luglio, un gruppo armato ha attaccato la scorta di due sacerdoti clarettiani nel villaggio di Tumahubong, suscitando diverse critiche da parte della Chiesa locale. Secondo mons. Jumoad, alla base di tutti i disordini c’è proprio la riforma agraria, che prevede la cessione di parte dei latifondi ai contadini. “Fino ad ora non è chiaro chi avrà il diritto ai terreni e chi no – afferma il prelato – ciò spinge i villaggi vicini a rivendicarne la proprietà". Il conflitto tra fazioni è scoppiato in una piantagione di gomma, nella quale dal 2007 diversi operai sono stati rapiti e decapitati. Il vescovo di Isabela pone l’attenzione sul fatto che i poveri, in questa situazione, vengono utilizzati come pedine. Gli ostaggi, infatti, sono poveri contadini, che non vengono rapiti per un riscatto. La situazione di confusione che ha portato la riforma, ha incentivato la violenza come strumento per attirare l’attenzione delle autorità, soprattutto attraverso gli attacchi a sacerdoti o suore. È il caso, ad esempio, dell’aggressione e il rapimento di padre Felimon Libot, un sacerdote che aveva iniziato ad aiutare i contadini a risolvere lo scontro. L’autorità, tuttavia, attribuisce il conflitto a problemi di terrorismo religioso, imputando gli attacchi alle cellule di Abu Sayyaf. “Nel 2001 – spiega il vescovo – ho fatto presente la situazione all'ex presidente Arroyo chiedendole di concentrarsi su questa situazione. Nel 2007 ho chiesto direttamente al Dipartimento per la riforma agraria (Dar) di agire con rapidità perché il testo del documento non specificava chi erano i beneficiari delle terre. A tutt'oggi il governo non ha fatto nulla”. Lo scorso 16 luglio Mujib Hataman, governatore dell'Arrm, ha organizzato un incontro con le autorità della zona per fermare le tensioni, al quale ha preso parte anche mons. Jumoad. (A.C.)







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